Non è una cosa semplice compiere 15 anni… al tempo del coronavirus

Agenpress. In isolamento forzato, ci siamo ormai tutti da due mesi, chi più chi meno e la vita “ante coronavirus”, sta diventando un ricordo sfuocato e quantomeno già pieno di rimpianti. Sappiamo che nulla sarà più come prima: il lavoro, la famiglia, i viaggi, la scuola, fare la spesa e, soprattutto, la naturalezza passata nel rapportarsi agli altri.

Considerazioni che a pensarci bene, fanno tremare i polsi, perché seppur vivendo in casa nostra il distanziamento sociale, quindi in una pseudo tranquillità e protezione dal Covid 19, prendiamo atto che, in questa nuovissima situazione che entrerà nei libri di Storia, la nostra mente comincia a vacillare quando alle nostre paure e dubbi reali, non arrivano input positivi, risposte certe sulla fine di questa terribile pandemia.

In questo momento storico e nel prolungamento delle misure dettate da Governo e Regioni, i cittadini sono messi di fronte a regole e scelte, che magari ne preservano la salute fisica ma che a poco a poco, entrano nelle menti come fantasmi alla ricerca di un futuro veramente incerto. E’ palese che dovremo avere per molto tempo presente tra noi il virus potentissimo e il rischio di essere contagiati, quando meno ce lo aspettiamo. Dovremo imparare ad andare in giro con i visi coperti dalle mascherine e con le mani coperte dai guanti, forse per sempre.

Gli adolescenti, pronti alla vita e che con l’avvicinarsi della bella stagione stavano per assaporare il gusto della bellezza del contatto con il mondo esterno, sono invece costretti nella maggior parte dei casi, in quattro mura dove la condivisione delle proprie emozioni e degli spazi, cominciano a farsi sentire piuttosto stretti.

Dall’inizio della “certezza” della pandemia, esattamente dal 28 febbraio, come esperta di Organizzazione Eventi, Comunicazione e Formazione, metto a disposizione le mie competenze anche a titolo gratuito, nell’organizzazione di iniziative on line, Corsi e Webinar, dove si possono attivare molte azioni di supporto a persone in difficoltà.

Nell’occasione del compleanno di mio figlio Francesco, che il 18 aprile compie 15 anni, ho avuto modo di organizzare una “festa on line”, dedicata ai Millennials, su una Piattaforma web per coinvolgere sui social, tanti amici e amiche, artisti e compagni di scuola, in un momento di condivisione degli auguri per una data così importante, alla ricerca di un minimo di “normalità”, con Gli Stati Generali delle Donne.

Al piccolo evento, che ho voluto realizzare all’interno degli eventi serali degli Stati Generali delle donne, partiti all’inizio della pandemia e denominati #taskforcedonne, si è aggiunta una serie di doverose riflessioni, valide per tutti noi che, fondamentalmente, cerchiamo di esorcizzare e sdrammatizzare (neanche poi tanto) la brutalità del momento.

Durante la serata di auguri, con brindisi e torte offerte da lontano, si è materializzata una vera tristezza e nostalgia, la consapevolezza che, tutti gli sforzi possibili per allietare le menti, sono purtroppo inutili, soprattutto negli animi degli adolescenti ai quali resta, come unico contatto, quello virtuale delle lezioni on line (che non rendono come quelle nelle aule delle scuole e per cui moltissimi docenti non sono assolutamente preparati) e dei giochi in compagnia, sulla Play Station.

Questo è un periodo in cui tutti noi acquistiamo tante consapevolezze, negative e positive, nell’ambito delle nostre professioni e dello scenario lavorativo possibile.

I contatti con gli altri esseri umani, fuori da quelli familiari, si sviluppano sul web e portano opportunità ad esempio, a professionisti della Formazione e della Comunicazione, del Commercio on line e di chi è proiettato o già facente parte del mondo dello smart e home working: i possessori di competenze e professionalità dei Nuovi media.

La speranza è nella resistenza di noi tutti e nella Scienza, che riesca a trovare presto il vaccino giusto, sapendo che l’abitudine alla lontananza dalle bellezze dei viaggi o dello shopping, saranno difficili da accettare… così come sarà diffcile accettare di aver perso il lavoro per il virus che arriva da lontano e la perdita della spensieratezza dei ragazzi e ragazze che si affacciano alla vita, che speriamo diventi presto: “post coronavirus”…

Ketty Carraffa

 

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