“Le misure, insieme allo schieramento di quattro ulteriori aerei da combattimento F-16 statunitensi e all’ampliamento della no-fly zone, sono un segno di crescente preoccupazione in Romania e nella più ampia alleanza NATO per il fatto che la guerra in Ucraina potrebbe estendersi al suo territorio”.
Subito dopo essersi ritirata dall’accordo sui cereali del Mar Nero il 17 luglio, Mosca ha iniziato a prendere di mira i porti e i magazzini ucraini lungo il Danubio, in un evidente tentativo di soffocare la principale rotta alternativa per le esportazioni agricole dell’Ucraina.
Tra gli obiettivi c’erano i porti ucraini di Izmail e Reni, entrambi situati dall’altra parte del Danubio rispetto al suolo rumeno.
“Incidenti isolati di parti di droni atterrati in Romania sottolineano il rischio di un malinteso, o peggio, tra Russia e NATO, spingendo le forze armate rumene ad aumentare la sicurezza nell’area per proteggere i civili”, hanno detto le due fonti.
Le fonti della difesa hanno affermato di non essere a conoscenza di alcun caso in cui droni russi perfettamente funzionanti siano entrati nello spazio aereo rumeno e che i tre casi noti di droni o dei loro detriti caduti all’interno del paese non coinvolgevano esplosivi.
Hanno anche descritto un cambiamento nelle tattiche russe che potrebbe rendere più probabili gli errori.