Stati generali Natalità. Roccella: “la libertà di parola è un diritto non negoziabile”

AgenPress – “Io da femminista ho sempre difeso la legge 194.  Il punto è che noi femministe degli anni Settanta parlavamo della maternità come libera scelta. Secondo me ci sarebbe bisogno di qualche approfondimento da un punto di vista della sorellanza, della solidarietà tra donne. Non si deve dimenticare che la libertà delle donne parte dal riconoscimento di una solidarietà che trascende la diversità di partito, di opinione, di etnia”.

Lo ha detto la  ministra intervistata dal Corriere della sera, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, dopo la contestazione subita agli Stati generali della Natalità.  “Sono per il diritto al dissenso, sempre. Credo però che garantire la libertà di parola sia un diritto non negoziabile”.

Sul palco con lei c’era “il presidente del Forum Famiglie Adriano Bordignon. Ma soprattutto c’era una mamma incinta di otto mesi, doveva dare semplicemente la sua testimonianza, le difficoltà che aveva vissuto”. E anche lei “è stata sommersa di fischi, l’ho trovato particolarmente sgradevole. Una censura aggressiva totalmente immotivata”.

Poi Roccella difende l’utilizzo della parola ‘censura’ per definire la contestazione subita: “La discriminante è la parola. Se mi impedisci di parlare mi censuri. Se contesti e dialoghi è diverso, anche se usi toni alti. Ho fatto tante manifestazioni, ma mai ho impedito a qualcuno di parlare. Questi ragazzi non colgono nemmeno le opportunità”.

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