Rally nel Reggiano. Auto “in corsa impazzita” finisce sul pubblico, morti due giovani spettatori

AgenPress – C’era un rapporto di amicizia, a quanto appreso, tra uno dei componenti dell’equipaggio della vettura coinvolta nell’incidente al Rally dell’Appennino reggiano e una delle due vittime. Il team a bordo dell’auto uscita fuori strada questa mattina, poi piombata su una collinetta dove si trovavano i due giovani travolti, è quello formato da Claudio Gubertini e Alberto Ialungo, in gara su una Peugeot 208 R per la scuderia Millenium Sport Promotion. Il 35enne del Modenese, Cristian Poggioli, morto nell’impatto insieme al 21enne Davide Rabotti, era amico di uno dei due piloti ed era andato a seguire la corsa da bordo strada.

“La dinamica è ancora da chiarire, è stata aperta un’inchiesta, gli inquirenti stanno indagando e la dinamica è al loro vaglio. Per quanto possiamo ricostruire, noi ci possiamo basare sulla posizione in cui era la vettura al termine della corsa, questa si trovava sopra un terrapieno di sei metri, distante più di 50 metri da punto di uscita della sede stradale. Nella sua corsa impazzita la vettura ha travolto due persone, che purtroppo sono decedute”, dice Simone Bettati, direttore di gara, in conferenza stampa al teatro comunale di Ciano d’Enza.

Avevano 21 e 35 anni, le vittime,  illesi i due piloti dell’equipaggio della vettura coinvolta. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri su un tratto rettilineo, una Peugeot 208 è uscita dal circuito e, forse a causa della forte velocità e di un terrapieno che ha fatto da rampa, si è staccata dal suolo finendo su una vicina collinetta dove si trovava i sarebbero stati solo i due ragazzi.

Secondo Franco Palù, sindaco di San Polo d’Enza che è andato su posto il punto in cui si trovavano i due ragazzi travolti e uccisi dalla vettura del Rally era una specie di collinetta, un “montarotto”, alto 3-4metri e distante una ventina di metri dalla strada, “non c’erano barriere”.

E’ stato “un incidente particolare”, dice il sindaco, in “una zona che di per sé non era pericolosissima, “era al termine di un breve rettilineo in cui l’auto avrebbe dovuto girare a sinistra ma, non so per quale motivo, forse per una perdita di controllo dello sterzo, è finita sulla destra andando sul montarotto dove c’erano i due ragazzi deceduti”.

“Che io sappia lì c’erano solo i due ragazzi e non altre persone”.  Il rally, aggiunge Franco Palù  è una manifestazione storica della zona, “un classico del nostro Appennino”. Questa era l’edizione numero 41, tornata a disputarsi dopo un anno di stopper il Covid.  “Da un momento di gioia si è passati a una tristezza assoluta, devastante.  Ai familiari delle vittime il cordoglio dell’Amministrazione”.

 

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