Agenpress – Sono stati 6.395 i casi di Covid-19 diagnosticati negli stranieri, pari al 5% dei casi complessivi diagnosticati in Italia. Lo ha detto l’epidemiologo Giovanni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella conferenza stampa organizzata dall’istituto.
“In linea di massima si può confutare l’ipotesi di una differenza di rischio fra stranieri e italiani”, probabilmente si tratta di un problema si ritardo in accesso ai test, ha detto Rezza. Dai dati al momento disponibili, “non di facile interpretazione”, ha proseguito, “si possono trarre solo ipotesi da interpretare con cautela”.
In generale i casi risultano notificati prima negli italiani rispetto che agli stranieri, ha proseguito Rezza. Fra questi ultimi risultano colpiti coloro che hanno un’età più avanzata rispetto agli stranieri. Di conseguenza, ha proseguito, potrebbe esserci un ritardo nell’essere sottoposti al test per gli stranieri, mentre risulterebbe maggiore il rischio relativo di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva.
Le immagini di folla a Milano fanno preoccupare: economia e salute non sono in contrasto. Bisogna aumentare i controlli sanitari proprio per favorire le riaperture. Invito assolutamente a rispettare le norme di distanziamento sociale e l’uso di mascherine., ha detto ancora Rezza, spiegando che “diversi studi mostrano che bambini possono infettarsi e la carica virale sembra essere la stessa, dunque possono essere ugualmente contagiosi. Al momento però non ci sono evidenze di quanto possano infettare.”.