Abbiamo calcolato quanto deve spendere di più o di meno un cittadino a seconda dei territori in cui vive per muoversi e per comprare merci. I primi risultati fanno tremare vene e polsi visto che tutte le aree metropolitane del Mezzogiorno, esclusa quella di Napoli, non dispongono di adeguate reti di trasporto su guida vincolata, cioè non sono supportate da reti metropolitane
AgenPress. Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire. Qualunque indicatore si prenda della spesa pubblica italiana viene fuori l’anomalia miope di una sperequazione abnorme nella spesa sociale e nella spesa infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese. Una sperequazione che, a suo modo, “urla” fino a scassare i timpani degli interlocutori che non solo ci sono cittadini di serie A,B,C…zeta ma che questa differenziazione voluta è l’origine del problema competitivo italiano e, a seguire, del suo sviluppo negato.
Non potremo mai crescere se non fermeremo il pilota automatico con cui i capetti delle cosiddette regioni forti estraggono ogni anno dal bilancio pubblico italiano decine di miliardi dovuti alla popolazione meridionale per scuole, ospedali, treni veloci, bus scolastici, trasporto locale e mobilità in genere e li regalano alla popolazione settentrionale in parte per fare buona spesa sociale e buone infrastrutture e in parte – purtroppo sempre crescente – sia per alimentare clientele/assistenzialismo sia per finanziare indirettamente la crescita delle attività criminali in combutta con mafie imprenditrici endogene in settori sempre più estesi. Come rifiuti, movimento terra, grande e piccola distribuzione, turismo, sanità, e così via.
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