Co-mai e Uniti per Unire: auguri a tutti gli italiani per le celebrazioni del 25 aprile

Oggi sia giornata di riflessione per ribadire impegno per la difesa della libertà e della pace


AgenPress. Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia, con le sue oltre 100 associazioni che ne fanno parte, accanto ad Amsi, Associazione Medici Stranieri in Italia ed UMEM Unione medica euromediterranea, sotto l’egida del Movimento Internazionale Uniti per Unire, con la sua comunicazione capillare diffusa in oltre 120 paesi del mondo, a nome del suo Presidente, Prof. Foad Aodi e di tutti i suoi membri, vuole unirsi a tutti gli italiani e a tutte le istituzioni politiche del nostro paese, in un giorno come quello odierno del 25 aprile, per condividere le celebrazioni e la solennità che stanno caratterizzando una ricorrenza così importante per la storia, per il passato, ma anche per il presente e per il futuro.

E’ questa l’indispensabile occasione per rivolgere i nostri auguri a tutti gli italiani, ma anche per ricordare, però, che la libertà va celebrata non solo in memoria di quello che è stato, ma combattendo, tutti uniti, per mettere fine a tutti i conflitti che stanno attanagliando l’umanità.

«Come Co-mai, esordisce Foad Aodi, sentiamo di voler  esprimere solidarietà ai palestinesi, le loro urla di dolore, la loro disperazione, il diritto a vivere in una nazione che porti il loro nome, racconti la loro storia, la loro identità. Nel contempo il nostro vuole essere un nuovo appello alla pace, all’impegno concreto da parte delle nazioni più forti, che con la loro azione diplomatica, al di sopra delle parti, possono e devono fare molto di più, ad esempio per le migliaia di donne incinte (sono ben 52mila) che rischiano la vita con parti prematuri o senza le cure adeguate, o per i bambini, per i malati che ogni giorno rischiano di morire sotto le bombe in quello che ormai è diventato il territorio del terrore, per i professionisti sanitari che lavorano in condizioni difficili in ospedali con pochi mezzi. 

Co-mai nasce come associazione apolitica, che non raggruppa solo esponenti del mondo arabo. Professiamo il dialogo interreligioso, professiamo attraverso strumenti come la Scuola Unione per l’Italia la diffusione della cultura come strumento di crescita globale, professiamo con Amsi la buona sanità nel mondo e la lotta contro i deserti sanitari nei paesi più poveri.

Per questa ragione, chi sta scendendo nelle piazze, in questo 25 aprile, da Nord a Sud, se lo farà con il rispetto delle regole, con l’invocazione della pace e degli indispensabili corridoi umanitari, quelli che chiediamo dall’inizio di questo conflitto, avrà ed ha il nostro pieno appoggio, scevro da ogni legame religioso o politico con quanto sta accadendo ai palestinesi, anche se, ripetiamo, come esponenti del mondo arabo in Italia non possiamo non lanciare l’ennesimo campanello di allarme per il destino della popolazione palestinese, per la quale il Governo italiano e gli altri Paesi Ue possono e devono fare molto di più, nel raggiungimento del processo di pace che deve essere un obiettivo comune da raggiungere, tutti uniti.

11mila feriti attendono sorte migliore, sono ancora lì, rischiano la vita ogni ora per i danni riportati e per le patologie di cui sono affetti, ogni minuto, se non si corre in loro soccorso. I numeri delle nostre statistiche che ci giungono tramite i report dei nostri comunicatori internazionali non mentono. 

E poi ci sono gli oltre 115 mila morti, feriti  e dispersi, per non parlare dei 17mila bambini rimasti orfani. Tutti gli ospedali sono paralizzati .Numeri allarmanti che abbiamo il dovere di rilanciare agli occhi della collettività, così come dobbiamo continuare a prenderci cura dei feriti che la nostra politica ha voluto portare in Italia dalla Palestina.

Occorre promuovere, lo ribadiamo da tempo, una conferenza internazionale per la pace. Occorre una azione diplomatica forte e decisa. L’Italia è un paese amato e stimato, da sempre, dalle comunità arabe, le popolazioni arabe contano su di noi, sul nostro aiuto, sulla nostra forza nel ricreare le condizioni della pace. 

Potrebbe essere indispensabile, perciò, che i nostri esponenti politici, al di là delle celebrazioni di rito, delle corone di fiori, si ricordino che si deve combattere tutti insieme per la libertà e per la pace.

E mentre invochiamo per l’ennesima volta il cessate il fuoco nei luoghi del sanguinoso conflitto, mentre invochiamo la pace in Medioriente, consapevoli che sia palestinesi che israeliani meritano di vivere serenamente, ci piace anche ricordare le parole di uno dei nostri esponenti di spicco, il giovane Nadir Aodi, Coordinatore Dipartimento Gioventù Amsi-Uniti per Unire, di recente premiato dall’associazione Cartagine 2.0.

Professionisti come lui, italiani di seconda generazione, figli come nel suo caso di cittadini stranieri, si sentono appartenenti al nostro Paese, ma nel contempo conservano doverosamente e gelosamente le origini familiari.

Il giovane Nadir, podologo, al secondo anno di università, con un grande futuro come imprenditore nel settore sanitario, durante il suo discorso, per il recente premio ricevuto, non ha mancato di sottolineare come l’integrazione dei giovani immigrati sia un processo che richiede un impegno bivalente.

Nadir Aodi si unisce quindi agli auguri a tutti gli italiani per il 25 aprile.

Da una parte la nostra politica può e deve valorizzare le nuove generazioni, i figli e i nipoti di cittadini stranieri arrivati qui da noi 20-30 anni fa, combattendo le discriminazioni, snellendo la burocrazia, sostenendo la loro formazione e il loro inserimento nel mondo lavorativo. Sono anche loro italiani, siamo anche noi italiani ha voluto ricordare Nadir, soprattutto ci sentiamo italiani.

Dall’altra parte gli italiani di origine straniera di cui Nadir Aodi incarna al meglio lo spirito, hanno il dovere di credere in se stessi, ma anche di rispettare le leggi, la legalità, di adeguarsi a pieno “al sistema Italia” in tutto il suo complesso di norme, di dimostrare, insomma, con i fatti, che sono italiani davvero, a 360 gradi, e nel contempo lo ripetiamo di valorizzare il passato, le tradizioni culturali e religiose familiari, perché un uomo senza passato è un uomo senza futuro».

Così il Prof. Aodi Esperto in Salute Globale, Presidente di Co-mai,Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare.

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