1° maggio. Landini (Cgil), bonus Befana “è uno spot, una marchetta elettorale”. Nessuna misura contro la povertà

AgenPress – “Le lavoratrici e i lavoratori non hanno bisogno di propaganda  ma di aumentare realmente i salari e non di marchette elettorali”.

Ad affermarlo a Repubblica è il leader della Cgil Maurizio Landini, secondo il quale il “pacchetto lavoro “del governo Meloni è “solo propaganda”.

“Siamo agli ennesimi interventi spot. Nessuna misura strutturale per contrastare la precarietà e la povertà, per la salute e sicurezza, per aumentare i salari. Nulla su politiche fiscali e industriali o per favorire la piena e stabile occupazione. Gli sgravi per le assunzioni avulsi da serie politiche industriali da soli non creano nuovi posti di lavoro”.

“Servono interventi strutturali a partire dal rinnovo dei contratti collettivi e di adeguati finanziamenti per i contratti dei pubblici. Occorre poi una vera riforma fiscale che combatta l’evasione, che prenda le risorse dove sono, tassi profitti, extraprofitti e rendite, e non lasci tutto il peso del fisco sulle spalle di dipendenti e pensionati. I lavoratori hanno bisogno di un governo che garantisca diritti e tutele 365 giorni l’anno, non di uno spot il Primo Maggio”.

Il bonus Befana “è uno spot, una marchetta elettorale. E’ sotto gli occhi di tutti che la gente non arriva a fine mese, ci sono più di 7 milioni di persone che pur lavorando sono povere. Pensare che tutto questo si risolva dando 100 euro lordi a gennaio e ad una platea limitata di persone credo sia un insulto al buon senso”.

“Questo non risolve i problemi. Serve una politica diversa ma il governo continua a pensare di poter fare quello che vuole senza confrontarsi con i sindacati, con il mondo del lavoro e questo è un danno per il Paese”.

La nuova patente a punti è “una presa in giro. Noi l’abbiamo chiesta per tutti i settori, non solo l’edilizia. Ma va cambiato il modello di fare impresa. Se tu lasci la logica del subappalto a cascata e non affronti il tema della prevenzione e della formazione, il resto rischia di servire a poco”.

“Bisogna rimettere al centro il lavoro, i diritti delle persone, combattere e superare la precarietà, aumentare i salari”, ha aggiunto  rimarcando anche la questione della sicurezza sul lavoro, con “gli infortuni e le morti che si registrano soprattutto nel sistema degli appalti e subappalti e coinvolgono di più i lavoratori precari. Bisogna – insiste – cambiare il modello di sviluppo e cambiare le leggi sbagliate, folli che ci sono nel Paese”.

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