Testimone di Geova 76enne in condizioni difficili operato senza sangue all’INRCA di Ancona

Nell’istituto marchigiano si operano senza emotrasfusioni anche pazienti non Testimoni. In Italia sono 16.000 ogni anno gli interventi con la chirurgia bloodless. La ricetta del chirurgo: “Una meticolosa fase preoperatoria e massima attenzione alle perdite di sangue nel corso dell’intervento”


AgenPress. La chirurgia bloodless o senza uso di sangue e di emoderivati è sempre più praticata in Italia, e le Marche non fanno eccezione. Lo dimostra un complesso intervento chirurgico avvenuto il 21 luglio all’INRCA di Ancona, da parte del dottor Gianfranco Boccoli. Il caso era quello di un 76enne Testimone di Geova affetto da neoplasia del colon discendente infiltrante la vescica e l’ultima ansa ileale, con occlusione intestinale e malnutrizione proteico calorica.

Il paziente chiedeva di essere curato senza trasfusioni di sangue e, vista la complessità dell’intervento, aveva avuto difficoltà a trovare un centro disposto a rispettare la sua volontà. Il dottor Boccoli e la sua équipe hanno accettato di intervenire, lavorando accuratamente sulla preparazione del paziente. Al paziente, infatti, erano stati preventivamente somministrati 40.000 unità di Eritropoietina, ferro carbossimaltosio, nutrizione parenterale e altre terapie.

L’intervento, durato tre ore, è consistito in una asportazione del colon e resezione parziale della vescica. Al termine dell’intervento il paziente aveva un accettabilissimo valore 9 di emoglobina (Hb 9 g/dl), escludendo di fatto il ricorso alle emotrasfusioni non solo durante l’operazione, ma anche nel decorso post-operatorio. Il 2 agosto il paziente, a quel punto completamente autosufficiente, è stato dimesso dall’ospedale.

Il dottor Boccoli – che ha alle spalle un’esperienza bloodless decennale su pazienti fragili e anziani, come accade spesso all’INRCA – ha affermato: “Ho operato sempre con successo pazienti Testimoni di Geova. Ritengo che, adottando degli accorgimenti, la chirurgia senza sangue possa essere praticata con notevoli benefici. Nel caso di questo paziente – prosegue Boccoli- oltre alla preparazione, siamo stati particolarmente attenti alle perdite di sangue, anche minime, durante l’intervento e dopo. Alla fine il paziente è uscito con le proprie gambe dopo avere ripreso l’alimentazione e la mobilità. Al momento delle sue dimissioni aveva un valore di emoglobina di 10”.

In Italia ogni anno vengono gestiti circa 16.000 ricoveri di pazienti Testimoni di Geova e dei loro figli senza l’utilizzo di emotrasfusioni. In diversi casi, la chirurgia senza sangue viene richiesta anche da chi non si professa Testimone di Geova. A tal proposito, il dottor Boccoli spiega le ragioni degli interventi senza sangue e l’approccio scelto per questo tipo di chirurgia: “Abbiamo stabilito un protocollo specifico, pianificato con la mia équipe e gli anestesisti, per gli interventi anche su pazienti non Testimoni. La trasfusione di sangue -conclude Boccoli – oltre a essere costosa, è un vero trapianto d’organo e ha azione immunodepressiva, problema particolarmente importante nei pazienti neoplastici”.

In Italia sono più di 5.000 i medici disposti a curare e operare i pazienti senza fare ricorso alle emotrasfusioni.

 

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