Migranti. Sei rifugiati siriani morti di fame e sete su un barcone, due erano bimbi

AgenPress –  L’UNHCR si rammarica profondamente per la tragica morte di sei siriani, tra cui due bambini piccoli e una donna anziana, avvenuta durante un viaggio disperato in mare per cercare sicurezza in Europa. Sono morti su un barcone presumibilmente “di fame e di sete”.

L’UNHCR esprime le proprie condoglianze ai parenti delle vittime, alcune delle quali sono sopravvissute ad un viaggio drammatico di diversi giorni e fanno parte di un gruppo di 26 persone che sono sbarcati da una nave della Guardia Costiera italiana a Pozzallo. Due persone, una donna e sua figlia, sono state evacuate a Malta ieri sera per essere curate.

Molti dei 26 sopravvissuti “presentano condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni”. “E’ inaccettabile – aggiunge Cardoletti – Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”.

Le vittime e i sopravvissuti, spiega l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, si trovavano su un barcone alla deriva da diversi giorni nel Mediterraneo centrale, prima che a soccorrerli arrivasse una nave della Guardia Costiera italiana. Oltre ai due bambini, sarebbero morti un dodicenne e tre donne tra cui la nonna e la madre di alcuni bimbi che invece sono sopravvissuti.

“Si pensa che siano morti di fame e di sete” ribadisce l’Unhcr esprimendo le condoglianze ai familiari delle vittime e ricordando che nel 2022 sono oltre 1.200 le persone che sono morte e risultano disperse nel tentativo di traversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa. “Questa inaccettabile perdita di vite umane e il fatto che il gruppo abbia trascorso diversi giorni alla deriva prima di essere soccorso – dice la rappresentante dell’Unhcr in Italia Claudia Cardoletti – Il soccorso in mare è un imperativo umanitario saldamente radicato nel diritto internazionale” ma “allo stesso tempo è necessario fare di più per ampliare i canali sicuri e regolari e crearne di nuovi per fare in modo che le persone in fuga da guerre e persecuzioni possano trovare sicurezza senza mettere ulteriormente a rischio le loro vite”.

 

 

 

 

 

 

 

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