AgenPress. Gli ultimi dati hanno visto il vaccino Astrazeneca ottenere scarsi risultati in termini di salvaguardia e tutela della salute umana, mentre negli Stati Uniti è stata sospesa la somministrazione del vaccino Johnson & Johnson per aver provocato 6 casi di trombosi e un decesso.
Il colosso farmaceutico Anglo Svedese già in precedenza si era rivelato presunto colpevole per aver prodotto e commercializzato alcuni farmaci, quali ad es. Seroquel e Nexium, senza fornire una adeguata informazione circa gli effetti collaterali.
In merito al medicinale Seroquel, la casa farmaceutica Astrazeneca è stata accusata di avere ingannato medici e pazienti per aver diffuso solo gli esiti favorevoli della sperimentazione omettendo gli effetti collaterali, ossia che il farmaco avrebbe potuto aumentare il rischio di diabete mentre, nel caso Nexium, la società farmaceutica è stata condannata per aver falsificato gli esiti della ricerca sull’efficienza del farmaco.
Anche la Johnson & Johnson ha precedenti giudiziari. L’azienda è stata infatti più volte citata in giudizio e condannata a risarcimenti miliardari sia per non aver segnalato, tra gli effetti collaterali di un farmaco utilizzato in psichiatria, l’ingrossamento delle mammelle negli uomini sia per aver commercializzato un talco cancerogeno.
Tutto questo trae origine dalla ormai nota prassi di privilegiare una politica mirata ad aumentare il proprio profitto a discapito della salute della persona.
Mi sono spesso battuto in Parlamento contro le lobby farmaceutiche, protese a dare priorità al profitto, compromettendo spesso la salute dei cittadini.
Essere cristiani significa agire sempre, ed in ogni circostanza, per il bene comune. Anche il Santo Padre ha avuto modo di condannare la disdicevole prassi di favorire una politica mirata al profitto: “Il pensiero cristiano non è contrario per principio alla prospettiva del profitto, piuttosto è contrario al profitto a qualunque costo, al profitto che dimentica l’uomo, lo rende schiavo, lo riduce a cosa tra le cose, a variabile di un processo che non può in alcun modo controllare o al quale non può in alcun modo opporsi. La gestione degli affari richiede sempre da parte di tutti una condotta leale e limpida che non ceda alla corruzione. Nell’esercizio delle proprie responsabilità è necessario saper distinguere il bene dal male (Discorso del Santo Padre Francesco ai Dirigenti e al Personale dell’istituto Casse, depositi e prestiti, del 5.10.2020).
Se pensiamo poi che la politica del profitto, nella attuale situazione, può causare danni alla salute della collettività non possiamo che manifestare un deciso disappunto.
Lungi dal voler infierire ancora una volta nei confronti dell’Azienda Anglo- Svedese, sono costretto a manifestare una certa contrarietà alla somministrazione dei vaccini da parte di imprese che hanno dato priorità ad interessi aziendali mettendo a repentaglio vite umane. Voglio augurami che i colossi farmaceutici, in questa pandemia, abbiano modificato la propria strategia aziendale, ispirandosi a criteri di correttezza, lealtà e rispetto della salute pubblica, ma le ultime notizie, anche relative alla vaccinazione J&J fanno supporre il contrario.
Ho più volte detto, e lo ribadisco ora, che l’approvazione e la somministrazione di tale vaccino non è stata preceduta da un’adeguata sperimentazione che desse la certezza circa la sua efficacia. Si rende necessario, pertanto, sottoporre le Multinazionali ad una accurata osservazione, anche per la rapida elaborazione del vaccino e la celerità con la quale sono giunte a stipulare accordi per la distribuzione di esso.
Di recente il Ministero della Salute ha emanato una circolare con la quale viene raccomandato l’uso del vaccino Astrazeneca alle persone di età superiore ai 60 anni, pur ritenendolo idoneo dai 18 anni. Il provvedimento è stato elaborato a seguito delle valutazione dell’EMA (Agenzia Europea per i medicinali) sulla sicurezza del vaccino. Lo stesso provvedimento potrebbe essere adottato anche per il vaccino prodotto dalla J&J.
La “raccomandazione” contiene implicitamente la facoltà di escludere dalla somministrazione del vaccino Astrazeneca una fascia d’età, gli under 60. E’ evidente quindi che il provvedimento sia stato adottato a seguito della comparsa, nei soggetti rientranti in tale fascia d’età, di patologie più o meno gravi.
Non appare condivisibile una simile diversificazione di trattamento sanitario, attuato secondo un parametro generalizzato e senza alcuna preventiva valutazione del rischio tromboembolitico nei singoli soggetti.
Il criterio adottato, costituito dal basso rischio di tromboembolia per i soggetti over 60, appare privo di qualsiasi presupposto logico e riscontro medico, se consideriamo che la trombosi venosa può insorgere a qualsiasi età ed è più frequente con l’aumentare dell’età.
Pertanto sarebbe stato opportuno valutare l’emanazione di un provvedimento diretto a sospendere la somministrazione dei vaccini Astrazeneca e J&J, considerato che essi non garantiscono alla popolazione, sia essa under o over 60, l’immunità da rischi, imminenti e futuri, per la propria salute.
Sono stati accertati casi di trombofilia e una decina di decessi, causati dalla somministrazione del vaccino Astrazeneca, così come nelle ultime ore sono stati accertati casi di trombosi, anche letali, a seguito del vaccino J&J .
Non è moralmente accettabile sottovalutare tali decessi in virtù del maggior numero di vaccinazioni effettuate e andate a buon fine o, anche, rispetto ai decessi per covid, ma è necessario intervenire con determinazione e solerzia per arrestare la somministrazione di vaccini, basati sullo stesso principio attivo, e garantire a tutta la popolazione una adeguata protezione.
Aderire alla vaccinazione anti covid non significa approvare metodi scientifici che possano mettere in pericolo la vita umana. “La vita ha la medesima dignità e lo stesso valore per ciascuno: il rispetto della vita dell’altro è lo stesso che si deve verso la propria esistenza” ( Lettera Samaritanus Bonus” della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, 22.09.2020). La vaccinazione deve essere efficace e non pericolosa ciò significa che tali requisiti, efficacia e non pericolosità, devono essere valutati dopo un adeguato collaudo, che non può avvenire in tempi brevi. Dalla vaccinazione non possono derivare reazioni deleterie per la salute, che a volte arrivano a mettere in pericolo la vita.
Giovanni Paolo II nella lettera Enciclica Evangelium Vitae scriveva: “La stessa medicina che per sua vocazione è ordinata alla difesa e alla cura della vita umana, in alcuni suoi settori si presta sempre più largamente a realizzare questi atti contro la persona e in tal modo deforma il suo volto, contraddice sé stessa e avvilisce la dignità di quanti la esercitano”. Nel medesimo documento, il Santo Padre, esaltava il valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine, così come affermava il diritto di ogni essere umano a vedere sommariamente rispettato questo suo bene primario, diritto su cui si deve fondarsi l’umana convivenza e la comunità politica.
Sen. Domenico Scilipoti Isgrò, Presidente Unione Cristiana