Ricordo per le vittime della pandemia, Foad Aodi: “Preservare la memoria di chi ha non ce l’ha fatta”

AgenPress. «Nella giornata del doloroso ricordo per le vittime della pandemia, è doveroso porre la nostra attenzione verso ciò che è stato ed è avvenuto, senza dimenticare naturalmente dove stiamo andando oggi.
Nella drammaticità degli avvenimenti, chi ha avuto la fortuna di essere un sopravvissuto, deve necessariamente preservare la memoria di chi ha non ce l’ha fatta.
E anche noi di Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia e di Umem, Unione Medica Euromediterranea, sotto l’egida del Movimento Uniti per Unire, vogliamo a nostro modo ricordare non solo i medici, gli infermieri deceduti, ma anche i professionisti di origine straniera in Italia che hanno donato la propria vita per salvare quella dei pazienti.
Oltre 20 medici di origine straniera sono infatti deceduti, sconfitti da un nemico subdolo e invisibile.
Ed è per tutti i deceduti  che dobbiamo riflettere, andare avanti, ricominciare, ricostruire.
Non è stata di certo percepita fino in fondo la dura lezione del Covid-19. Oggi manca all’appello quella valorizzazione economico-contrattuale che è capitolo prioritario da affrontare per ricostruire la sanità italiana così come lo è a livello mondiale.
La disorganizzazione, i disagi, gli stipendi non adeguati a quelli dei grandi paesi europei, e i turni massacranti che oggi regnano sovrani, sono il quadro preciso di quanto sta accadendo.
Prevenzione e formazione devono essere l’incipit principale su cui lavorare per affrontare le nuove sfide che verranno, da quelle ambientali a quelle geofisiche, nonché al possibile sorgere di nuove patologie.
Occorre una sanità mondiale sempre più organizzata, sempre più specializzata, che punti forte sulle qualità umane e sulle competenze degli uomini e delle donne che combattono per la nostra salute.
Ma non possiamo nemmeno dimenticare che nel mondo ci sono ogni giorno pandemie dimenticate: quelle della fame, della denutrizione, quella dell’inquinamento di cibo, terra e acqua, quelle dei conflitti di cui nessuno parla, che provocano decessi continui ma anche nuove malattie causate dalla mancanza di viveri e sostentamento.
E’ qui che la politica deve intervenire, a tutti i livelli, puntando forte sulla sua arma migliore, ovvero l’esercito bianco dei medici nel mondo.
E’ su di loro che dobbiamo puntare, è a loro che dobbiamo affidarci, non senza aver creato, per i professionisti sanitari, il terreno fertile per lavorare al meglio delle proprie competenze.
L’esempio della Pandemia è da non ripetere: abbiamo assistito a divisioni e conflitti interni tra le organizzazioni di medici e professionisti della sanità, nonché abbiamo vissuto una informazione non puntuale, spesso condizionata dalla politica.
Occorre allora ripartire, ricominciare, dalla forza e dalla coesione del personale sanitario più unito nei vari albi professionali, da una parte, e da una corretta informazione dall’altra, come noi di Amsi e Uniti per Uniti con i nostri esponenti in 120 paesi nel mondo facciamo da tempo, alzando il livello, facendo parlare nei momenti difficili soli chi è esperto.
Dal 2000 a oggi decine e decine di interviste al giorno  nel mondo, ho vissuto e vivo l’esperienza di una informazione corretta, puntuale, fatta per le persone, per denunciare, per dare statistiche e informazioni, per salvare anche vite umane, per formare, per educare, per una cultura a 360 gradi che non si ferma mai, per vincere le nuove sfide che verranno.
Non dimenticherò l’intervista di aprile 2020 con il Direttore dell’agenzia stampa del Kuwait ,che è stata vista da più di 3 milioni di persone in pochi mesi, chiesi all’Organizzazione Mondiale della Sanità e al Ministero della Salute di intensificare le autopsie per capire realmente cosa accadeva dietro le migliaia e migliaia di decessi per Covid. Purtroppo è mancato il coraggio per arrivare fino in fondo, per capire la reale natura delle morti durante la Pandemia, per comprendere perché nei paesi occidentali e in Europa abbiamo avuto molte più vittime, a differenza dei paesi asiatici, mediorientali e africani. La scienza internazionale però, accanto alla politica mondiale, non ha saputo dare risposta».
Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale  Presidente di Amsi e Co-mai  nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro della Fnomceo e 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare.
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