Su cessione PagoPa a Poste e Zecca, Codacons presenta esposto ad Antitrust e Corte dei conti

AgenPress. Sull’imminente ingresso di Zecca dello Stato e Poste Italiane in PagoPa il Codacons ha presentato oggi un esposto all’Antitrust e alla Corte dei Conti chiedendo di accendere un faro sull’operazione.

Come noto il recente Decreto PNRR (DL 19/2024), nell’ambito del riassetto delle partecipazioni detenute dallo Stato, attribuisce le quote della società PagoPa S.p.A, “all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in misura non inferiore al 51 per cento, e, per la restante quota di partecipazione, al fornitore del servizio universale di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, i diritti di opzione per l’acquisto dell’intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato”.

Il decreto quindi assegna a Poste una quota rilevante di PagoPA che gestisce l’omonima piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, le cui transazioni effettuate nel triennio 2020-2023 superano i 900 milioni di euro.

Tuttavia “la normativa speciale, a cui appare applicabile il caso di PagoPa, è contenuta nel D.lgs. 332/1994 riguardante le procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in società per azioni. A tal proposito, l’art. 1, comma 3, prevede che, in caso di cessione mediante trattativa diretta di partecipazioni in società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, come nel caso di specie, tale cessione deve essere effettuata invitando potenziali acquirenti, che presentino requisiti di idonea capacità imprenditoriale per avanzare offerte – scrive il Codacons nell’esposto – Risulta evidente che il sistema prioritario è il ricorso al mercato (al miglior offerente) con procedura aperta, relegando in via residuale ed eccezionale la negoziazione diretta, in linea con l’orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato. Non sarebbe possibile derogare alla regola dell’evidenza pubblica per il solo fatto che il conferimento della partecipazione abbia luogo a favore di un’altra società in mano pubblica, con l’effetto che la quota non viene in realtà collocata sul mercato, ma permarrebbe sostanzialmente nell’orbita del sistema amministrativo della PA. Anche in tali casi, secondo l’Antitrust, la cessione deve aver luogo mediante gara, per valorizzare al meglio i beni pubblici da alienare che, in definitiva, fanno parte del patrimonio della collettività. Qualora il compenso pagato da Zecca e Poste dovesse essere inferiore al valore di mercato delle quote in PagoPa, si potrebbe ipotizzare una violazione della disciplina sugli aiuti di Stato” – aggiunge ancora il Codacons.

Per tali motivi l’associazione ha presentato oggi un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e alla Corte dei Conti, chiedendo di aprire un procedimento volto a verificare la correttezza dell’iter seguito dal governo per la cessione delle proprie quote in PagoPa.

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