Siria. Liberato il sito archeologico di Ebla. L’Italia torna a esplorare gli scavi archeologici

AgenPress –    Dopo 12 anni di occupazione delle milizie irregolari, è stato liberato dal governo di Damasco, in Siria, il parco archeologico di Ebla che occupa circa 56 ettari.

La scoperta di questa grande civiltà, considerata ad oggi per importanza subito dopo le civiltà mesopotamiche ed egizia, avvenne casualmente nel 1955 ad opera di un contadino.
Gli scavi, cominciati nel 1964 da una missione archeologica italiana, hanno portato alla luce una grande civiltà che ad EBLA fiorì nel III e II millennio a.C. Questo regno venne poi distrutto nel 1600 a.C.

Lo annuncia Paolo Matthiae, professore emerito di archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente alla Sapienza di Roma, accademico dei Lincei, membro della Fondazione Balzan, nel 1964 ha scoperto l’antica città di Ebla in Siria (2400-1600 a.C.) e da allora fino al 2010, con lo scoppio della guerra civile siriana, ne ha diretto gli scavi.

 “Per il ripristino dei cantieri serviranno tre anni di lavoro e fondi adeguati”, avverte lanciando “un appello alla Sapienza e al ministero degli Affari Esteri perché garantiscano gli stanziamenti necessari”.

 

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