Vietato il carcere ai malati psichici. La CEDU condanna l’Italia

AgenPress. “La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per aver trattenuto illecitamente in carcere, per più di due anni, un detenuto con problemi di salute mentale. È questa l’amara notizia diffusa da alcune testate giornalistiche nazionali dove, ancora una volta, il nostro Paese è chiamato a rispondere di discutibile e inaccettabile gestione degli Istituti Penitenziari, tenendo anche conto del sovraffollamento carcerario che persiste” affermano Paola Puglielli (Segretaria Generale FP CGIL Abruzzo Molise) e Giuseppe Merola (Coordinatore Regionale FP CGIL Abruzzo Molise).

Occorrono maggiori risorse che vadano a coniugare le politiche detentive con quelle della salute mentale, con il rafforzamento di strutture esterne e investimenti nell’esecuzione penale esterna, anche attraverso l’assunzione di professionalità specialistiche.

“Da tempo anche in Abruzzo stiamo chiedendo un confronto con l’Assessora Regionale alla Salute, Nicoletta Veri, visti i recenti episodi di suicidio (o suoi tentativi) e i gesti di autolesionismo avvenuti in alcune realtà distrettuali – sostengono Puglielli e Merola -. Ancora però non abbiamo ricevuto risposte alle nostre preoccupazioni, nonostante il continuo ed apprezzabile interessamento del Garante nazionale e regionale delle persone detenute”.

Il 2022 è iniziato nel peggiore dei modi in diverse carceri italiane, in quanto oltre al picco di contagi da COVID si sono già registrati otto suicidi; il più giovane, 22 anni, nel penitenziario di Brindisi (report di Antigone).

“La salute mentale delle persone ristrette merita una costante e sensibile attenzione: politica e istituzioni abbiano il coraggio di affrontare seriamente la problematica, peraltro senza farla gravare tutta sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia Penitenziaria, su funzionari giuridici-pedagogici e sanitari che, già inevitabilmente, soffrono di carenze organiche. Basta! – incalzano i sindacalisti – È una questione morale ed etica, in uno Stato di diritto”.

 

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