Intervista esclusiva a Gianfranco Rotondi: “Al centrodestra manca la bella del liceo”

La singolare giovinezza di Berlusconi e Prodi è il segno della profonda inadeguatezza della classe dirigente


AgenPressDomanda. Gianfranco Rotondi, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera e presidente della Fondazione Dc, le elezioni amministrative si avvicinano e il centrodestra non sembra essere molto in forma

Risposta . “Mi pare tutto così chiaro, direi che l’unico rischio del centrodestra è di vincere da qualche parte”.

Domanda. Ma il problema qual è?

Risposta. “Il centrodestra è stato una magia di Silvio Berlusconi, una figura carismatica affasciante. Quindi più che affascinante: una figura che, quando si presenta sulla scena pubblica, affascia in una unica proposta posizioni che sono lontane e anche antagonistiche fra di loro. Questo fa la differenza fra una coalizione che vince e una che perde. Anche l’Ulivo fu affasciante, attraverso però il meccanismo politicistico di Romano Prodi, che sistematizzò l’alleanza fra ex democristiani ed ex comunisti in un blocco ideologico in grado di competere con il centrodestra. Oggi però all’orizzonte non si vedono più un Berlusconi o un Prodi. La trepidazione con cui stampa e ceto politico si rivolgono con trepidazione a entrambi certifica l’inadeguatezza del ceto della classe dirigente attuale. Prodi coglie l’occasione di un suo libro per rilasciare 10 interviste di scenario al giorno. Berlusconi ogni volta che rompe il silenzio ottiene i titoli di testa e la genuflessione anche degli avversari. Tra la sinistra militante manca solo che si esprima in suo favore Giustizia e Libertà. Ripeto: la singolare giovinezza di Berlusconi e Prodi è il segno della profonda inadeguatezza della classe dirigente”.

Domanda. Sarebbe servito un sano parricidio politico?

Risposta. “Sarei più drastico. La leadership è un fenomeno complesso, è come quando si afferma la bella del liceo: non c’è un’elezione che la norma, ma lei è così perché quando entra in una festa attira a sé tutte le attenzioni. Il leader è uguale: non lo elegge nessuno, o c’è o non c’è. Ecco, oggi al centrodestra manca la bella del liceo”.

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