Summit su Sicurezza al Think Tank Futuro Italia Remind. Prisco, Rosato e Gravina sulla tutela del Patrimonio e delle Persone. Omaggio della Banda Musicale dei Carabinieri per l’Anniversario dell’Arma

Sui temi della Sicurezza sono intervenuti al Think Tank Remind Futuro Italia per il Governo Emanuele Prisco Sottosegretario dell’Interno, per il Parlamento Ettore Rosato Segretario Comitato Parlamentare Sicurezza Repubblica (Copasir) e per la vigilanza privata Giulio Gravina Cofondatore Gruppo Italpol. 


AgenPress. Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni ha inaugurato i lavori del Think Tank Futuro Italia Remind, presieduta da Paolo Crisafi, in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia, diretto da Carlo Corazza, in cui gli esponenti delle Istituzioni Europee, Nazionali e Locali insieme alle buone pratiche dei Settori Produttivi dell’Immobiliare allargato (30 % del Pil) si sono riuniti per discutere e analizzare le sfide da affrontare e le opportunità da cogliere per garantire un futuro migliore alla nostra Nazione.

Sono seguiti i tavoli tematici di approfondimento sino ad al 7 giugno 2023. Per quanto la sezione “La Sicurezza del Patrimonio e delle Persone” l’iniziativa ha visto la partecipazione del Sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco che ha così dichiarato: “Sono lieto di poter porgere i miei saluti ai presenti, ai colleghi di Governo, ai rappresentanti delle istituzioni, ai professionisti ed agli imprenditori che partecipano a questo importante incontro sul futuro della nostra Nazione. Formulo innanzitutto il mio ringraziamento a Paolo Crisafi, e ai Partner dell’Associazione animatori del think tank “Remind”, che ha organizzato questa serie di incontri, con la prospettiva di creare un dialogo fattivo tra gli attori principali della promozione di un piano di sviluppo sostenibile che guarda alla tutela del Pianeta e al benessere delle persone negli spazi, nei luoghi, nei territori e nei paesaggi dove vivono, operano e transitano.

Emanuele Prisco Sottosegretario dell’Interno

Siamo consapevoli che il progresso e il benessere della nostra Nazione sono affidati a noi tutti, all’impegno diretto di ciascuno di noi. Vi è l’importanza di individuare percorsi condivisi che contribuiscano a sviluppare strategie e soluzioni innovative per affrontare le sfide che ci attendono. I drammatici ultimi eventi occorsi qualche settimana fa, che hanno colpito l’Emilia Romagna, ci esortano a concentrarci e velocemente. Consentitemi di esprimere ancora un volto il cordoglio per le vittime e un infinito ringraziamento per tutti i soccorritori, istituzionali e volontari, che hanno ancora una volta dimostrato che siamo una grande Nazione, capace di reagire in ogni occasione. Buone pratiche, nuove idee e soluzioni e partnership solide tra istituzioni e mondo del lavoro e dell’impresa costituiscono l’indispensabile punto di partenza per arrivare a risultati significativi e duraturi. Insomma una mission condivisa che richiede una strategia profonda che non guardi al consenso o a scelte ideologiche, ma all’interesse e alla necessità di contrastare le emergenze e avere una visione per le strategie future senza trascurare gli aspetti economici, ambientali e sociali; questa è la scommessa da vincere per riportare l’Italia in una stagione di sviluppo e di crescita sostenibile. In questo il Governo c’è e ci vede tutti coinvolti, anche perché – a differenza del recente passato- ha una prospettiva di almeno 5 anni. Non è estraneo a questa logica il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che vede gli Stati membri impegnati a rafforzare la propria capacità di reagire positivamente agli shock economici, sociali, ambientali attraverso forme di governance più eque, inclusive, sostenibili, migliorando altresì la condizione dei più vulnerabili.

Questi temi incrociano tutti il lavoro quotidiano del Ministero dell’Interno, impegnato a sostenere le pubbliche amministrazioni comunali nei progetti di rigenerazione urbana, di riqualificazione degli spazi pubblici, di promozione di servizi contro il degrado e la marginalità, ma anche, proprio a proposito di PNRR, a proteggere l’economia – e quindi la società – dalle infiltrazioni mafiose.

Ettore Rosato Segretario Comitato Parlamentare Sicurezza Repubblica (Copasir): “Mi complimento con Remind e il Presidente Paolo Crisafi per l’iniziativa e per questa magnifica sede con Carlo Corazza il Direttore del Parlamento Europeo Ufficio Italia l’augurio di sfruttarla al meglio con iniziative di questo valore che aiutano il nostro Paese. Quando si aiuta l’Italia si aiuta anche l’Europa. Penso che questo sia un momento particolarmente importante in cui dobbiamo comprendere che bisogna cambiare registro. Cambiare registro prima di tutto a partire dal lavoro politico, tra partiti, tra maggioranza e opposizioni; ma anche tra forze produttive e Istituzioni. Deve essere un registro diverso rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. O c’è uno stile di collaborazione forte che riesce a trasmettere anche il senso di unità in cui il Paese si colloca per cercare di dare risposte, ognuno nei suoi ruoli naturalmente, o noi resteremo sempre più marginali.  L’Europa, già di per sé, rischia di essere marginale in uno sviluppo economico che vede tassi di crescita da altre parti maggiori; vede capacità di crescita demografica negli altri continenti maggiori e quindi possibilità di investimenti, possibilità di interesse, di essere luoghi aggregativi per la politica e per l’economia nettamente superiori. O si fa sistema, e quindi si è un Paese competitivo in un Europa competitiva, oppure noi diventeremo sempre più marginali. Penso al futuro dei nostri nipoti e dei nostri figli. In questo ci sono grandi opportunità da cogliere e che dobbiamo da saper cogliere. Le prime sono quelle legate alla contingenza, nei prossimi mesi e non nei prossimi anni.

Ettore Rosato (Segretario Comitato Parlamentare Sicurezza Repubblica – Copasir), Paolo Crisafi (Presidente Nazionale Remind), Carlo Corazza (Direttore Parlamento Europeo Ufficio Italia)

Abbiamo il Pnrr che è oggetto di una sfida tra Governo, maggioranza e opposizioni che io non riesco proprio a vedere in quanto c’è una discreta continuità nei Governi che si sono succeduti sulle modalità e le finalità del Piano. Alla luce poi delle difficoltà che abbiamo, queste non sono frutto di una cattiva gestione politica, ma sono di un’abitudine Italiana, e anche europea, di burocratizzare tutto a scapito di una semplificazione che invece dovrebbe essere la chiave per affrontare ogni cosa. Io provo a pensare ad una grande democrazia come l’India, che veniva citata prima durante il think Tank Futuro Italia Remind, se dovesse affrontare diciamo la gestione di 1 miliardo e 300 mila persone con il modello “nostrano”, probabilmente avrebbe qualche difficoltà in più. Penso che noi dobbiamo concentrarci sulla capacità di spesa, una capacità di spesa utile. Il tema non è se chiedere o non chiedere tutti i soldi, ma far sì che questi 250 miliardi siano utili allo sviluppo. Nessun imprenditore chiede a prestito risorse per fare investimenti fine a se stessi. Oggi questo tema mi sembra non sia il tema centrale, ma io invece penso che debba essere centrale. Purtroppo non è centrale neanche nella prospettiva con cui l’Europa lo ha impostato. Penso che noi dobbiamo dirci e chiederci questo. Prima o poi ci sarà qualcuno che dovrà pagare questi mutui. Che siano mutui Europei o che siano mutui Italiani, sempre mutui sono. A fronte di questi mutui è necessario che ci sia una ricaduta di carattere economico diretto. Ulteriore questione relativa al titolo della sezione sulla Sicurezza delle Persone e del Patrimonio che può essere realizzata anche in questo caso con la migliore sinergia tra pubblico e privato. E in particolare vorrei soffermarmi su una specifica sicurezza che rappresenta una frontiera gigantesca, che si configura come il quinto luogo in cui si fa la guerra oggi. Sto parlando del cyberspazio, un luogo dove attualmente si combatte in maniera molto molto intensa. Basta pensare alla guerra in Ucraina, che ci ha mostrato l’importanza strategica di questo luogo in cui vi è prevalentemente una guerra asimmetrica in quanto ci sono Paesi che consentono qualsiasi cosa, mentre altri, come nel nostro Paese, ciò non è consentito fortunatamente. Una guerra asimmetrica perché ci possiamo difendere, ma non possiamo mai andare all’attacco, come è richiesto ad una democrazia. Questo vuol dire che dobbiamo investire moltissimo in questo settore, in immobiliare allargato, in formazione e in conoscenza perché oggi purtroppo, sia nel pubblico sia nel privato, riscontriamo delle difficoltà a reperire professionalità essenziali. Nell’ambito della formazione, per allinearci ad altre Nazioni, dobbiamo evidentemente fare uno sforzo di fantasia, ma soprattutto di concretezza.”.

Giulio Gravina Cofondatore Gruppo Italpol: “Ringrazio innanzitutto il Presidente di Remind, Paolo Crisafi, per la sua attenzione e profondo impegno su un tema strategico come quello dello sviluppo sostenibile e messa in sicurezza della nazione. Il mio intervento verterà in particolare sull’aspetto riguardante il contributo dei servizi di vigilanza privata per la messa in sicurezza della nazione in un quadro di sviluppo sostenibile, evidenziando l’esperienza delle buone pratiche già maturata nel settore. Oggi il comparto dei servizi di sicurezza privati si trova in un momento di svolta. Gli ultimi 15 anni sono stati caratterizzati dall’implementazione di nuove norme che hanno ridefinito il mercato dei player e consolidato il ruolo della vigilanza privata come modalità di sicurezza sussidiaria e complementare a quella delle forze dell’ordine.

Giulio Gravina Cofondatore Gruppo Italpol

La particolarità, direi unica, del quadro normativo di settore è data dal richiamo espresso di norme UNI (Ente italiano di normazione) all’interno di disposizioni normative obbligatorie. Le norme UNI per definizione sono documenti che dicono “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Infatti il decreto ministeriale n. 269/2010 in materia di capacità tecnica e qualità dei servizi degli istituti di vigilanza privata stabilisce che per operare sul mercato gli istituti di vigilanza privata devono essere in possesso del certificato volto ad attestare la conformità dei loro servizi, impianti e professionisti alla norma UNI 10891. Tale norma, aggiornata nel 2022, individua e specifica tutte le figure apicali e gli operatori chiamati a erogare i servizi di vigilanza privata, definiti anche in termini di qualità, a vantaggio dei clienti e più in generale del mercato. L’esperienza maturata può essere definita positiva, senz’altro dal lato delle imprese ma anche dal lato della committenza. La vigilanza privata contribuisce fattivamente alla messa in sicurezza delle infrastrutture critiche. La sicurezza dei luoghi di transito, come gli aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, è garantita anche grazie al contributo delle imprese di sicurezza privata, attraverso l’impiego di guardie giurate che hanno seguito un particolare percorso formativo e ottenuto il certificato di addetto ai servizi di sicurezza sussidiaria. L’ambito di intervento dei servizi di sicurezza sussidiaria e complementare è ben definito e l’esperienza maturata sinora può certamente porre le basi per una estensione degli ambiti d’intervento a garanzia sempre di una maggiore sicurezza dei cittadini e della comunità intera. Un ambito in cui i servizi di vigilanza non hanno ancora espresso il proprio potenziale è certamente l’ambito della sicurezza urbana così come definito dal DL n. 14/2017. La norma che definisce la sicurezza urbana come bene pubblico riconosce anche forme di partenariato, non solo tra soggetti istituzionali, ma anche tra il “pubblico” e il “privato”. In particolare, la norma prevede che i “patti per la sicurezza urbana” possono individuare specifici obiettivi per l’incremento dei servizi di controllo del territorio e, più in generale, per la sua valorizzazione. Nello specifico vengono contemplati l’avvio di progetti concernenti la messa in opera a carico di privati, previo il riconoscimento di vantaggi fiscali, di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati, dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con l’invio di segnali di allarme alle centrali delle forze di polizia o di istituti di vigilanza convenzionati. Tale norma al momento è rimasta inespressa in quanto il legislatore non ha ancora specificato cosa s’intenda per istituti di vigilanza convenzionati. Tale previsione normativa rimane comunque di fondamentale importanza come base per sviluppare ulteriormente il ruolo della vigilanza privata nell’ambito della sicurezza urbana magari, anche in questo caso attraverso l’individuazione di forme d’intervento sussidiario della vigilanza privata rispetto all’attività della polizia municipale. A sostegno di quest’ultima prospettiva, va senz’altro menzionata l’esperienza del protocollo denominato “Mille occhi sulle città” che ha già una storia ultra decennale, essendo stato firmato per la prima volta nel 2010, anche se le prime sperimentazioni risalgono agli inizi degli anni 2000.

Il protocollo Mille occhi sulle città è sottoscritto da Ministero dell’Interno, ANCI (Associazione Comuni italiani) e dalle associazioni comparativamente rappresentative degli istituti di vigilanza privata, al fine di sviluppare un sistema di sicurezza che integri le iniziative pubbliche e private nella cornice della sussidiarietà e della complementarietà. Il progetto prevede la valorizzazione dei compiti di osservazione delle guardie giurate nell’ambito di una sinergia informativa che, pur escludendo l’esercizio di pubbliche funzioni, garantisca moduli collaborativi tra gli organi deputati alla pubblica sicurezza, anche locali, e gli istituti di vigilanza”.

Paolo Crisafi Presidente Nazionale Remind Associazione del Comparto Immobiliare Allargato: “Remind conferma anche nel settore della sicurezza un impegno forte e vigoroso per la messa in sicurezza dei territori, degli edifici, delle grandi opere e strutture, delle persone, affinché episodi come la recente alluvione in Romagna non si ripetano. Occorre per questo una grande opera di prevenzione che punti a una continua e incessante azione di manutenzione. Interi territori devono essere salvaguardati e impedite forme di abusivismo edilizio, mancanza di elementari regole di sicurezza, saccheggio della natura, assenza di idonee procedure per la salvaguardia di coste, bacini, aree protette, parchi naturali ma anche di infrastrutture. Gli eventi naturali estremi vanno affrontati sul versante della prevenzione così come gli eventi sismici devono trovare adeguate strutture capaci di resistere ai movimenti tellurici e alle criticità. Questo conferma la nostra azione finalizzata a monitorare costantemente l’azione delle Istituzioni preposte iniziative di controllo, di accertamento delle norme di sicurezza a tutela delle persone e delle strutture. Remind mobilita la filiera delle imprese e dei soggetti imprenditoriali che rappresenta in quest’opera di continua e costante sensibilizzazione, di attenta osservazione dell’andamento dei lavori e dei cantieri, nel rispetto di adeguate norme di sicurezza che tutelino anche chi lavora. Mai più vittime sul lavoro e mai più morti per eventi naturali: questo deve essere un impegno da assumere con azioni concrete e formule organizzative adeguate. E su questa scia diventa di primaria importanza la sinergia tra le forze dell’ordine, la sicurezza privata e quella locale ponendo al centro la tutela delle persone e del patrimonio.  In questa ottica assume una rilevanza particolare la coincidenza della data del 5 giugno che racchiude in sé la Giornata Mondiale dell’Ambiente e l’Anniversario dell’Arma dei Carabinieri.”

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