Sudan: combattimenti, aggressioni militari, abusi in particolare su donne e bambini

AgenPress. A otto settimane dallo scoppio della guerra tra le forze armate sudanesi (SAF) e le forze di supporto rapido (RSF) persistono combattimenti, abusi, violenze bel Paese e nella capitale Khartoum.

Nella regione del Darfur non è possibile far giungere gli aiuti umanitari e la popolazione è allo stremo. Per l’ottavo giorno consecutivo, le RSF avrebbero chiuso i due ponti che collegano Tuti Island a Khartoum e Khartoum North, impedendo l’ingresso e l’uscita di persone, scorte di cibo e medicinali.

“Stanno sparando a chiunque si avvicini alle rive del Nilo per lasciare l’isola”, riferiscono. “Hanno impedito alle persone di seppellire i corpi dei morti nel cimitero, e hanno ripiegato sull’isola. Inoltre, l’RSF non ha consentito ai pazienti in condizioni critiche e ai casi di emergenza di attraversare i ponti. La situazione umanitaria sta peggiorando rapidamente, le farmacie hanno esaurito le medicine e mancano le scorte di cibo”.

Tra le atrocità che questa guerra sta alimentando non mancano le aggressioni sessuali ai danni di donne e bambine: “la maggior parte delle vittime sono donne e ragazze di età compresa tra 12 e 17 anni.

Alla fine di maggio è stato segnalato un numero crescente di casi di stupro nell’area metropolitana di Khartoum e nel Darfur. I criminali approfittano in cambio di bisogni primari, di molte donne che sono diventate ancora più vulnerabili finanziariamente a causa del conflitto in corso.

La situazione militare a Khartoum rimane molto grave per la continua aggressione militare contro istituzioni e civili da parte delle milizie e per i bombardamenti dell’esercito. Sono state devastate le ambasciate di Arabia Saudita e del Bahrein e saccheggiati gli uffici e le residenze dei diplomatici. L’esercito è accusato di aver bombardato scuole causando molte vittime, con il pretesto che siano nascosti i miliziani del pronto intervento.

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