Iraq. Il religioso Muqtada al-Sadr si ritira da vita politica. Scoppiano scontri. 12 morti. Iran chiude la frontiera

AgenPress – Un influente religioso sciita ha annunciato  che si sarebbe dimesso dalla politica irachena, spingendo centinaia di suoi seguaci arrabbiati a prendere d’assalto il palazzo del governo e scatenando scontri con le forze di sicurezza e tra milizie rivali. Almeno 12 manifestanti sono stati uccisi e decine di feriti.

I manifestanti fedeli al religioso Muqtada al-Sadr hanno abbattuto le barriere di cemento fuori dal palazzo del governo con le corde e hanno fatto breccia nei cancelli del palazzo. Molti si sono precipitati nei sontuosi saloni e nelle sale marmoree del palazzo, un luogo di incontro chiave per i capi di stato iracheni e dignitari stranieri.

L’esercito iracheno ha annunciato l’introduzione del coprifuoco a Baghdad a partire dalle 15.30 locali (le 14.30 in Italia) e per un periodo indefinito. Lo riferisce la tv irachena al Iraqiya, secondo cui le forze di sicurezza hanno inoltre invitato tutti i manifestanti a lasciare i luoghi pubblici e le strade nella super fortificata Zona verde della capitale. “Il coprifuoco è stato introdotto, si legge nel comunicato, “per prevenire scontri o spargimenti di sangue tra gli iracheni”.

Funzionari medici hanno detto che almeno 15 manifestanti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco e una dozzina di altri sono stati feriti da gas lacrimogeni e alterchi fisici con la polizia antisommossa.

Al calare della notte, una milizia fedele ad al-Sadr si è scontrata con la sicurezza delle Forze di mobilitazione popolare all’interno della zona verde, fortemente fortificata, sede del governo iracheno, ferendo almeno una donna, secondo due funzionari della sicurezza.

Funzionari della sicurezza hanno affermato che negli scontri sono stati usati mortai e granate a propulsione a razzo, il culmine dell’impasse politica intrattabile tra i campi rivali.

Il governo iracheno è in una situazione di stallo da quando il partito di al-Sadr ha ottenuto la maggior parte dei seggi alle elezioni parlamentari di ottobre, ma non abbastanza per assicurarsi un governo di maggioranza. Il suo rifiuto di negoziare con i suoi rivali sciiti sostenuti dall’Iran e la successiva uscita dai colloqui ha catapultato il paese nell’incertezza politica e nella volatilità in mezzo all’intensificarsi delle dispute interne agli sciiti.

La maggioranza della popolazione musulmana dell’Iraq è divisa in due sette, sciiti e sunniti. Sotto Saddam Hussein, gli sciiti furono oppressi fino a quando l’invasione guidata dagli Stati Uniti non capovolse l’ordine politico. Ora gli sciiti sono in lotta tra loro, con la disputa incentrata sul potere e sulle risorse statali ma anche sull’influenza sulla strada sciita.

 L’Iran ha chiuso il confine con l’Iraq, in seguito ai disordini scoppiati a Baghdad e alla tensione nel resto del Paese, lo ha annunciato, riferisce l’agenzia iraniana Irna, Majid Mirahmadi, viceministro dell’interno iraniano per gli affari di sicurezza, precisando che la misura rimarrà in vigore fino a nuovo avviso. Le autorità della provincia di Ilam, che si trova nell’Iran occidentale e confina con l’Iraq, hanno anche chiesto agli iraniani, giunti nella provincia per andare in Iraq, di annullare il loro viaggio attraverso la zona di confine di Mehran.

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