Confartigianato. Il Fisco è il nemico uno, paghiamo 17,8 mld di tasse in più rispetto alla media dell’Eurozona

AgenPress –  “Il fisco è sempre il nemico numero uno”. Lo afferma Confartigianato evidenziando nel suo Rapporto dell’Ufficio studi ‘Noi R-Esistiamo come nel 2021 la pressione fiscale in Italia è superiore di 1 punto di Pil rispetto alla media dell’Eurozona.

In pratica, paghiamo 17,8 miliardi di tasse in più rispetto alla media dell’Eurozona. E le complicazioni del fisco italiano, regolamentato da ben 800 norme vigenti in materia tributaria, costringono gli imprenditori a dedicare 238 ore l’anno per districarsi tra scadenze e adempimenti (56 ore in più rispetto alla media Ue). Tanto che siamo al 23° posto per i tempi della burocrazia fiscale”.

“Nel 2021 – si legge ancora nel Rapporto-siamo al quart’ultimo posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici. Tanto è vero che per l’86% degli imprenditori italiani la complessità della burocrazia ostacola l’attività dell’azienda, una percentuale superiore di 28 punti rispetto al 58% della media Ue e che ci colloca al penultimo posto in Europa.

Ci batte soltanto la Romania. Ed è proprio la burocrazia a rallentare i tempi per realizzare le infrastrutture. In Italia occorrono in media 815 giorni, circa 2 anni e 3 mesi – vale a dire 7 mesi in più rispetto alla media europea – per completare l’iter di un appalto pubblico tipo come la riasfaltatura di 20 km di una strada a doppia corsia, senza lavori accessori né successivi all’esecuzione”.

“A farsi attendere è anche la giustizia civile: in Italia servono 527 giorni per concludere un procedimento civile di primo grado, a fronte dei 300 giorni registrati in media nell’Ue. Sul fronte dell’efficienza della pubblica amministrazione, Confartigianato mette in evidenza che soltanto il 15% dei Comuni italiani prevede l’avvio e la conclusione on line dell’iter riguardante i permessi per costruire.

Nel frattempo gli Enti pubblici hanno accumulato un debito commerciale verso le imprese fornitrici di beni e servizi pari a 58 miliardi e il 59% dei Comuni italiani non salda le fatture entro i 30 giorni fissati dalla legge. Per quanto riguarda il peso del debito commerciale della PA sul PIL siamo al 3,1%, quasi il doppio rispetto all’1,6% dell’Ue”.

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