Ucraina. Patriarca Kirill difende Putin e accusa la Nato, ha rafforzato presenza militare e ignorato preoccupazioni Mosca

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AgenPress – Il  cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece, Commissione delle Conferenze Episcopali Cattoliche dell’Unione Europea aveva invaito una lettera a Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie implorando  “nello spirito di fraternità” di rivolgere “un appello urgente alle autorità russe affinché cessino immediatamente le ostilità contro il popolo ucraino e mostrino buona volontà per cercare una soluzione diplomatica al conflitto, basata sul dialogo, sul buon senso e sul rispetto del diritto internazionale, consentendo corridoi umanitari sicuri e un accesso illimitato all’assistenza umanitaria”.

“Migliaia di persone, sia soldati che civili, hanno già perso la vita e più di un milione di persone  sono state sfollate o sono fuggite dalla loro patria; la maggior parte di loro sono donne e bambini vulnerabili”. Di fronte agli “infruttuosi” sforzi diplomatici, ai violenti attacchi, “non si può escludere – si legge nella lettera – la possibilità di un più ampio conflitto europeo o addirittura globale con conseguenze catastrofiche”. “In questi momenti bui per l’umanità, accompagnati da intensi sentimenti di disperazione e paura, molti – spiega il cardinale – guardano a Lei, Santità, come qualcuno che potrebbe portare un segno di speranza per una soluzione pacifica di questo conflitto”.

Il Patriarca in una lettera al World Council of Churches  Kirill, putiniano da sempre, ha replicato che  “questo conflitto non è iniziato oggi. Sono fermamente convinto che i suoi promotori non siano i popoli di Russia e Ucraina” che “sono uniti da fede comune, santi e preghiere comuni e condividono un destino storico comune. Le origini del confronto risiedono nei rapporti tra Occidente e Russia. Negli anni ’90 alla Russia era stato promesso che la sua sicurezza e dignità sarebbero state rispettate” ma “anno dopo anno, mese dopo mese, gli Stati membri della Nato hanno rafforzato la loro presenza militare, ignorando le preoccupazioni della Russia”.

I Paesi Nato “hanno cercato di rendere nemici popoli fraterni, russi e ucraini. Non hanno risparmiato sforzi, né fondi per inondare l’Ucraina di armi e istruttori di guerra. Tuttavia, la cosa più terribile non sono le armi, ma il tentativo di ‘rieducare’, di trasformare mentalmente gli ucraini e i russi che vivono in Ucraina in nemici della Russia”. Poi Kirill parla dello “scisma ecclesiastico creato dal patriarca Bartolomeo di Costantinopoli nel 2018. Ha messo a dura prova la Chiesa ortodossa ucraina”.

“Già nel 2014, quando il sangue veniva versato a Maidan, e a Kiev e ci furono le prime vittime, il Wcc espresse la sua preoccupazione”. “Fu allora che scoppiò un conflitto armato nella regione del Donbass, la cui popolazione difendeva il proprio diritto a parlare la lingua russa, chiedendo il rispetto della propria tradizione storica e culturale. Tuttavia, le loro voci sono rimaste inascoltate, così come migliaia di vittime tra la popolazione del Donbass sono passate inosservate nel mondo occidentale”.

“Questo tragico conflitto è diventato parte della strategia geopolitica su larga scala volta, in primo luogo, a indebolire la Russia. E ora i leader occidentali stanno imponendo tali sanzioni economiche alla Russia che saranno dannose per tutti”.

“Vogliono portare sofferenze non solo ai leader politici o militari russi, ma in particolare al popolo russo. La russofobia si sta diffondendo nel mondo occidentale a un ritmo senza precedenti”, conclude Kirill auspicando che “il Consiglio ecumenico delle Chiese possa rimanere una piattaforma per un dialogo imparziale, libero da preferenze politiche e da un approccio unilaterale”.

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