Abuso d’ufficio, Avviso Pubblico: “La cancellazione del reato ci porta fuori dall’Europa”

AgenPress. «La cancellazione del reato d’abuso d’ufficio rischia di proiettare l’Italia fuori dal contesto internazionale, proprio nel momento in cui l’Unione europea sta predisponendo una direttiva per renderlo obbligatorio agli Stati membri in cui non è presente nell’ordinamento. Pur condividendo la necessità di offrire rassicurazioni ai timori degli amministratori locali su possibili azioni giudiziarie nei loro confronti, in alcuni casi quali effetti di atti di ordinaria gestione, è evidente che se il reato sarà abrogato si produrrà un pericoloso vuoto legislativo.

La lotta globale alla corruzione è uno degli obiettivi delle Nazioni Unite, sancito dalla Convenzione di Mérida, che con questo provvedimento rischiamo di disattendere. Non colmare questo vuoto significa, insieme all’intervento sulla disciplina del traffico di influenze, lasciare ampio spazio alla criminalità dei colletti bianchi e dei reati economici, facilitando la relazione tra mafia e politica, a partire dalle istituzioni locali».

È il commento del Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà al voto in Commissione Giustizia del Senato, sull’ipotesi di abrogazione del reato di abuso d’ufficio e della modifica del reato di traffico di influenze illecite, che con un ordine del giorno ha impegnato inoltre il Governo a rivedere l’obbligo della sospensione delle cariche pubbliche in assenza di condanna definitiva.

«Prendiamo atto con preoccupazione della votazione in Commissione e della prosecuzione dell’iter parlamentare di modifica di questi due istituti. Il rischio è di offrire più spazio a chi considera la Pubblica Amministrazione un luogo in cui fare affari e costruire strumentalmente consenso all’interno della classe dirigente politica. A farne le spese è il diritto dei cittadini ad essere tutelati nei loro interessi. Pertanto auspichiamo – conclude il Presidente Montà – che il Parlamento intervenga con un provvedimento rispettoso del quadro e degli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale, intervenendo a livello tecnico legislativo senza abbassare il controllo di legalità sugli atti e le persone che pro tempore sono chiamati a gestire con disciplina e onore i beni e servizi pubblici nell’interesse dei cittadini».

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