Allevamenti visoni vietati e chiusi. Interrogazione parlamentare al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida

Animal Law Italia, Essere Animali, Humane Society International/Europe e LAV accolgono con favore l’interrogazione parlamentare della Senatrice Dolores Bevilacqua, membro dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali


AgenPress. Le associazioni Animal Law Italia, Essere Animali, Humane Society International/Europe e LAV, tra le promotrici dell’Iniziativa dei Cittadini Europei #FurFreeEurope (1.502.319 firme validate raccolte), accolgono favorevolmente e sostengono l’interrogazione parlamentare presentata dalla Senatrice Dolores Bevilacqua (Movimento 5 Stelle), membro dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali, rivolta al Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida in merito alla mancata adozione, a oltre un anno e nove mesi dalla scadenza stabilita dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022), del decreto per la cessione dei visoni ancora in vita e tutt’ora detenuti negli allevamenti vietati e dismessi.

In Italia, dal primo di gennaio 2022 è entrato in vigore il divieto di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia. Il 30 di giugno dello stesso anno è stata altresì decretata la chiusura degli allevamenti ancora presenti sul territorio nazionale. Nell’ambito di questi provvedimenti, sono stati inoltre allocati indennizzi per un totale di sei milioni di euro, i cui criteri di erogazione sono stati adottati il 30 dicembre 2022 in un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 4 marzo 2023. Il medesimo decreto doveva regolare anche l’eventuale cessione degli animali ancora in vita a strutture autorizzate (accordando preferenza a quelle gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute), i requisiti strutturali e gestionali e la sterilizzazione degli animali.

Venendo meno a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, il Ministro Lollobrigida – e il Ministro Patuanelli prima di lui – ignora la situazione dei circa 1.600 visoni che risultano attualmente in vita ma detenuti ancora in gabbia negli allevamenti di Capergnanica (CR), Ravenna e Castel di Sangro (AQ), in una situazione incompatibile con il loro benessere, la prevenzione di spillover zoonotici e gli obbiettivi stessi che il suddetto divieto intendeva perseguire. A gennaio 2022 i visoni ancora in vita erano 5.700. A novembre 2022, è stato confermato un focolaio di SARS-CoV-2 all’interno di un allevamento nel comune di Galeata (FC), risultando nell’abbattimento sanitario dei restanti 1.500 visoni della struttura. A maggio 2023 un altro contagio è stato riscontrato a Calvagese della Riviera (BS), portando all’abbattimento di oltre 1.500 visoni.

Le associazioni dichiarano: “È inaccettabile che da parte del Ministero non ci sia il minimo impegno a gestire una situazione così critica sia dal punto di vista del benessere animale, sia della salute pubblica. È chiaro che la strategia del Ministero è quella di aspettare che gli animali si infettino all’interno delle gabbie per poi avere la perfetta giustificazione per ucciderli, mentre gli allevatori continuano percepire indennizzi per tenerli nelle stesse precarie condizioni di prima. La pubblicazione del decreto è centrale, poiché solo a seguito della stessa sarà possibile permettere il trasferimento degli animali presso centri specializzati, salvando la vita di almeno alcuni dei visoni. Abbiamo pazientato e sollecitato già troppo. Accogliamo pertanto con favore l’interrogazione parlamentare della Senatrice Bevilacqua e auspichiamo una pronta e adeguata risposta dal Ministro Lollobrigida per poter chiudere definitivamente il triste capitolo dell’allevamento di animali da pelliccia in Italia.”

La Senatrice Dolores Bevilacqua, che ha presentato l’interrogazione, afferma: “L’immobilismo del Governo rispetto all’adozione di un decreto che possa finalmente mettere la parola fine agli allevamenti di animali per farne pelliccia è il riflesso di una scarsa sensibilità al benessere animale, che difficilmente può trovarsi una motivazione concreta che giustifichi altrimenti una simile mancanza. Spero che il Ministro Lollobrigida voglia al più presto rispondere all’interrogazione presentata, giustificando il ritardo accumulato e, finalmente, adottando il tanto agognato secondo decreto attuativo.”

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