Giustizia tributaria, Trano (Alt): Con dipendenza da Mef lesi giusto processo e indipendenza giudici

AgenPress. “Come si può tenere all’interno della stessa struttura sia l’ente impositore, sia l’ente che dovrà giudicare le liti tributarie? È assolutamente in contrasto con l’articolo 111 della Costituzione, che chiede un giusto processo, e lede l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici”.

Lo afferma Raffaele Trano deputato di Alternativa nel corso delle votazioni sugli emendamenti al disegno di legge di riforma della Giustizia tributaria in discussione oggi nell’aula della Camera, spiegando che “con un emendamento abbiamo provato a eliminare la dipendenza della giustizia tributaria dal Mef e sostituire quest’ultimo con il ministero della Giustizia visto che nell’articolazione del Mef noi troviamo sia l’Agenzia delle entrate riscossione sia l’Agenzia dell’entrate, che sappiamo benissimo essere una sorta di miniparlamento che legifera per conto proprio, come abbiamo visto con la circolare 23E del 2022 che ha sostanzialmente messo ulteriori paletti alla norma del superbonus limitando la cessione del credito”.

“Come si può pretendere di avere dei giudici che saranno scelti tramite concorso all’interno del Mef e dall’altro lato avere il Mef stesso che dovrà fare da riscossore? Le due posizioni sono inconciliabili. Come lo si può spiegare al cittadino che, rivolgendosi a queste due strutture all’interno del Mef, mira a vedersi riconosciute delle garanzie e invece con ogni probabilità sarà vessato e basta?”, domanda ancora l’esponente di Alternativa che sottolinea come “l’istituto della mediazione gestito e organizzato dall’amministrazione finanziaria viola il principio di leale collaborazione tra Stato e contribuente, perché invece non viene gestito da un organo terzo, obiettivo e imparziale”. “Questa riforma – conclude Trano – è sostanzialmente una presa in giro per i contribuenti e solo per ottenere gli obiettivi del Pnrr”.

 

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