Agenpress. Proviamo una certa tenerezza di fronte al solito balletto della manovra. Risentiamo il rumore di fondo del galleggiamento italiano. Siamo al ridicolo davanti a crisi di nervi, innalzamenti e cadute di ego prevalentemente maschili, per qualcosa che assomiglia al nulla.
La lotta all’evasione fiscale è una cosa seria e la via maestra per combatterla passa per i canali telematici, a partire dalla fatturazione elettronica, ma pensare che parrucchieri e fruttivendoli sopravvivano o chiudano se il tetto al contante si colloca a tremila o a duemila euro francamente è fuori dalla portata delle cose normali. Consiglierei brutalmente di farla finita con le sceneggiate elettorali (non si vota) e di trovare il tempo per cominciare a occuparsi di ciò che conta.
Aspettiamo ancora i primi governanti di questa Repubblica indebitata, di qualunque colore politico siano, che prendano coscienza che la finanza pubblica italiana è stata rovesciata da dieci anni in qua con il gioco delle tre carte inventato dal trio Calderoli-Tremonti-Bossi. Si chiama Spesa Storica e rende i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Questo miope ribaltamento delle priorità è il male oscuro dell’Italia
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