Tumore del seno: test diagnostici piĆ¹ precisi aiutano ad avvicinare le donne allo screening

AgenPress. Il tumore del seno ĆØ la neoplasia del sesso femminile a piĆ¹ elevata incidenza nei paesi industrializzati e costituisce il 29% dei tumori che colpiscono le donne.Ā Questo tumore rappresenta la causa piĆ¹ comune di mortalitĆ  cancro-correlata nella donna. A confronto le realtĆ  regionali su: programmi di screening, novitĆ  diagnostico/terapeutiche in grado di supportare le politiche di prevenzione oncologica dei tumori della mammella, differenze di protocolli tra regioni, difformitĆ  sui meccanismi di rimborso applicati a livello regionale, differenze di accesso regionali a diagnosi e terapie. E ancora: quale partnership con lā€™industria privata, al fine di favorire il raggiungimento di specifici KPI (Key Performance Indicators) in termini di percentuale di adesione? Ci saranno attivitĆ  e competenze in ambito oncologico demandate alla medicina di territorio? Di tutto questo se ne parla nella sessione ā€œTumore del seno: screening e diagnosi precoci di lesioni al senoā€, della SUMMER SCHOOL 2022 ā€“ Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompenteā€ organizzata da Motore SanitĆ .

La diagnosi precoce rappresenta lā€™arma fondamentale nella lotta contro il tumore al seno, ma la copertura dei programmi di screening non ĆØ uniforme sul territorio nazionale, con differenze spesso sostanziali. Si registrano difformitĆ  anche alle diverse tariffe e le regole di remunerazione per prestazioni diagnostiche applicate a livello regionale, un esempio ĆØ quello della biopsia vuoto assistita.

ā€œGli screening mammografici hanno ottenuto una riduzione del 20% della mortalitĆ  specifica per cancro al seno nelle donne di etĆ  compresa tra i 50-74 anni grazie allā€™esecuzione della mammografia in due proiezioni ogni due anni. Per migliorare lā€™adesione si stanno verificando le performances in termini di sensibilitĆ  e specificitĆ  di nuove metodiche diagnostiche come test di screening (la piĆ¹ promettente ĆØ la tomosintesi – DBT) e percorsi personalizzati che considerano la densitĆ  del seno ed il rischio per decidere metodiche aggiuntive al test di screening (ecografia mammaria) ed intervalli di tempo tra un esame e lā€™altro adeguati (un anno versus due anni)ā€ – ha spiegato Francesca Caumo, Direttore Radiologia senologica IOV Veneto. ā€œDiversi studi, retrospettivi e prospettici, hanno valutato il potenziale della DBT nello screening di primo livello dimostrando come la tomosintesi (DBT) da sola o combinata con la mammografia tradizionale (DM) consenta prestazioni diagnostiche migliori rispetto alla sola mammografia standard. Una importante revisione scientifica della Dottoressa HoussamiĀ ha riportato che nell’ambito dello screening, la DBT in aggiunta alla DM ha aumentato il tasso di rilevamento dei cancri dello 0,5ā€“2,7ā€° e ha ridotto i falsi positivi dello 0,8ā€“3,6% rispetto alla sola DM negli studi sperimentali osservazionaliā€.

Dal 2020 in Regione Veneto ĆØ attivo il progetto RIBBS “RIsk-Based Breast Screening in young women: taylored imaging protocols“, progetto pilota, sviluppato e presentato dalla Radiologia senologica ed oncologica dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV), che ha coinvolto 10.270 donne quarantacinquenni, con una chiamata attiva (con lettera) ed un percorso di screening personalizzato, che tiene conto, oltre che dellā€™etĆ , anche della densitĆ  mammaria (alta nel 18,5% delle donne valutate) e di ulteriori fattori di rischio rilevati al momento della visita. Il programma ha permesso di identificare precocemente, alla valutazione iniziale, 64 nuovi casi di tumore in donne asintomatiche, e di avviarli ad un adeguato trattamento.Ā Il progetto pilota andrĆ  avanti per altri cinque anni.

ā€œOgni cancro che riusciamo a prevenire ĆØ un beneficio indubbio per il sistema sanitario perchĆ© sono in gioco anche aspetti finanziari ā€“ ha sottolineato Luciano Flor, Direttore Generale Area SanitĆ  e Sociale della Regione del Veneto. ā€œOggi lo screening ha un problema reale: la mancata adesione, dobbiamo arrivare al 99,9% e cercare disperatamente lo 0,1 perchĆ© lo screening salva vite. Abbiamo a disposizione nuovi strumenti che sono in grado di anticipare la comparsa del tumore e il progetto presentato dalla Professoressa Caumo ĆØ illuminante rispetto a quello che la tecnologia oggi ci offre, non solo migliora la qualitĆ  di vita delle pazienti ma anche la qualitĆ  del lavoro degli operatori sanitariā€. Poi un appello: ā€œDobbiamo migliorare la comunicazione con i cittadini, dobbiamo prevedere che la comunicazione e lā€™informazione ci siano perchĆ© fanno parte del servizio sanitario e sono veri e propri regolatori di sistema. Il cittadino non informato ĆØ un cittadino incertoā€. Infine, rispetto al PNRR Flor ha concluso: ā€œNon dobbiamo avere paura di modificare le nostre organizzazioni; in un mondo che corre ed ĆØ sempre piĆ¹ tecnologico dobbiamo essere protagonisti e non subire i processiā€.

ƈ inoltre emersa anche lā€™importanza che tutti i centri (non solo hub) possano svolgere attivitĆ  diagnostica (biopsia) con accesso a tecnologia adeguata, ā€œCome ad esempio gli aghi di grosso calibro che permettono una diagnosi piĆ¹ accurataā€ ha spiegato Francesca Caumo.

Sul ruolo strategico della rete oncologica ĆØ intervenuto Mirko Claus, UO Cure Primarie – Direzione Programmazione Regione del Veneto: ā€œIl tumore della mammella puĆ² essere il paradigma di come dover garantire la presa in carico, la continuitĆ  dellā€™informazione e dellā€™assistenza. In questo contesto la rete ĆØ un modello che non ha piĆ¹ unā€™accezione esclusivamente strutturale legata solamente ai centri specialistici, ma grazie al fascicolo sanitario elettronico e alle nuove tecnologie le informazioni a diretta disposizione del paziente e di tutti i professionisti possono efficacemente diminuire il ritardo diagnostico, migliorare la presa in carico e favorire il governo dei percorsi in modo integrato e in tempo realeā€.

Europa Donna Italia ĆØ accanto alle donne ed ĆØ attiva sul territorio nazionale attraverso, tra le altre attivitĆ , la ricerca scientifica, la sensibilizzazione allo screening, e workshop sulla formazione. Attualmente ĆØ in corso il monitoraggio delle brest unit sul territorio nazionale. ā€œConosciamo molto bene il territorio nazionale grazie a questa ricercaā€ ha sottolineato Alessandra Meda, responsabile della segreteria scientifica. ā€œPer il 2023 ci focalizzeremo su punti cardini del nostro manifesto: cercare di capire perchĆ© non cā€™ĆØ aderenza allo screening (se ci sono paure e perplessitĆ ), quale metodo impiegare per migliorare la chiamata e se cā€™ĆØ uniformitĆ  a livello regionale, capire se ci sono dei punti in sospeso per quanto riguarda lā€™importanza della familiaritĆ  al primo accesso. I dati raccolti li sottoporremo alle istituzioni e chiedere perchĆ© determinate cose non si fanno allo stesso modo nelle diverse regioni. Obiettivo ĆØ trovare le migliori soluzioniā€.

Dalla Campania i primi risultati sono stati presentati da Antonio Postiglione, Direttore Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale di Regione Campania ha spiegato: ā€œLa nostra rete oncologica ha tre anni di piena attivitĆ : abbiamo costituito un tavolo tecnico scientifico, grazie ai GOM abbiamo indentificato i destinatari di esami genetici – il 25% dei tumori sono stati indentificati – e abbiamo da poco avuto un confronto con le varie associazioni di pazienti oncologici che sta dando buoni risultati. Oggi il malato oncologico non deve essere sballottato da una parte e lā€™altra della regione ma deve ricevere una presa in carico globale. Nella nostra regione viene controllato e monitorato al domicilio e nonostante la carenza di personale contiamo di arrivare ad una soluzione che tenga conto dei bisogni dei malatiā€.

 

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie