Sondaggio europeo. Cresce il sostegno per la vittoria ucraina. Italia e Romania contrari a sostenere Kiev

AgenPress – Gli alleati occidentali dell’Ucraina sono stati finora sorprendentemente uniti nel loro sostegno a Kiev. Ma Vladimir Putin spera sicuramente che l’opinione pubblica occidentale cambi, lasciando l’Ucraina a bocca aperta. 

Nel suo discorso sullo stato della nazione pronunciato pochi giorni prima dell’anniversario della sua invasione dell’Ucraina, il presidente russo ha chiarito che si prepara a una lunga guerra, sperando che la logica della politica democratica esaurisca il sostegno occidentale a Kiev e consentire a Mosca di prevalere.

Ma dopo 12 mesi di combattimenti, le crepe nella coalizione occidentale sono diventate più piccole che più grandi. Un sondaggio multinazionale ECFR condotto nel gennaio 2023 in dieci paesi europei (Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna) mostra che gli europei sono sorprendentemente uniti nella loro determinazione a sostenere l’indipendenza di Kiev . 

L’Italia, insieme alla Romania, resta però uno dei Paesi più restii a sostenere Kiev senza se e senza ma. Rispetto, infatti, all’affermazione “il conflitto tra Russia e Ucraina deve cessare il prima possibile, anche se ciò significa per l’Ucraina cedere il controllo di aree alla Russia” il 41% degli italiani si dice d’accordo. Ovvero il valore più alto tra le grandi nazioni europee. In Germania il dato è comunque alto (39%) ma viene controbilanciato da chi crede invece che l’Ucraina debba “riconquistare tutto il suo territorio, anche se ciò significa una guerra più lunga o un maggior numero di ucraini uccisi e sfollati” (33%).

Dato che in Italia invece si ferma al 26%, il valore più basso tra quelli presi in esame nella tabella. Definendo (arbitrariamente) i due campi tra falchi e colombe, si nota che, rispettivamente, in Spagna si rileva 30% rispetto al 29%, in Francia il 31% rispetto al 35%, in Portogallo il 33% rispetto al 28%, in Gran Bretagna il 22% rispetto al 44% e infine in Polonia il 18% rispetto al 52%. Infine, ci sono gli anelli deboli del sud (Italia e Romania), dove la preferenza per una fine della guerra il più presto possibile ha il sopravvento”.

Gli europei ora condividono anche l’ampia percezione che l’UE sia forte come la vedevano prima, o addirittura più forte di quanto pensassero in precedenza. Un anno dopo l’inizio della guerra, il numero di persone che vede l’UE più forte di quanto la percepissero prima della guerra è superiore al numero di persone che la vede più debole.

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