AgenPress – L’inchiesta, a cui hanno lavorato in due anni circa 600 giornalisti e di 150 testate (L’Espresso per l’Italia), apre uno spaccato su oltre 29mila conti offshore e si spinge ben oltre ai “Panama Papers” di cinque anni fa, basati sul materiale di un singolo studio legale.
Dal Washington Post a Le Monde, dalla Bbc a El Pais, dai siti russi ai quotidiani sudamericani, indiani, australiani e africani, dall’Espresso alle tv svedesi e tedesche, i giornalisti di 117 nazioni diverse si sono impegnati a lavorare insieme, a scambiarsi ogni giorno notizie e documenti, fotografie e contatti, su una piattaforma informatica messa a punto dal consorzio.
I “Pandora Papers” raccolgono infatti l’analisi di dati di 14 diverse entità di servizi finanziari in Paesi e territori che includono la Svizzera, Singapore, le Isole Vergini Britanniche, Belize e Cipro. I documenti esaminati sono datati fra il 1996 e il 2020, anche se alcuni risalgono agli anni 70.
Dal re di Giordania Abdallah II all’ex premier britannico Tony Blair, dal premier ceco, Andrej Babis, al presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta: sono numerosi i politici e i vip coinvolti nell’inchiesta ‘Pandora papers’ sulle ricchezze nascoste nei paradisi fiscali, realizzata dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij).
Dall’indagine emergono 35 nomi di attuali o ex leader politici mondiali e oltre 300 nomi di imprenditori e supervip. Abdallah II, si legge nell’inchiesta, avrebbe creato almeno 30 società offshore attaverso le quali ha acquistato 14 dimore di lusso negli Usa e nel Regno Unito per un valore di oltre 106 milioni di dollari. Babis, si legge ancora, avrebbe invece piazzato 22 milioni di dollari in società offshore che ha poi utilizzato per l’acquisto di un castello nel sud della Francia. Tony Blair, insieme con la moglie Cherie, avrebbe invece risparmiato oltre 350 mila euro in imposte di bollo nell’acquisto di un ufficio a Londra.
Nelle carte spuntano fuori anche nomi di uomini e donne vicini al presidente russo, Vladimir Putin.
“Cinque anni dopo i Panama Papers – si legge nell’anticipazione de L’Espresso -, una nuova inchiesta giornalistica internazionale ancora più ampia svela le ricchezze nascoste nei paradisi fiscali da migliaia di potenti di tutto il mondo. Ci sono 35 capi di Stato o di governo. Più di 300 politici di oltre novanta nazioni: ministri, leader di partito, parlamentari. Insieme a generali, capi dei servizi segreti, manager pubblici e privati, banchieri, industriali”.
“Le nuove carte, chiamate Pandora Papers, documentano una miriade di affari ricchissimi con i nomi dei beneficiari, finora tenuti segreti. L’elenco degli azionisti schermati dal velo delle società offshore comprende il premier della Repubblica Ceca, il ministro olandese dell’Economia, l’ex capo del governo britannico Tony Blair, il Re di Giordania e presidenti in carica di Paesi come Ucraina, Kenya, Cile, Ecuador. Nella lista spiccano i nomi di molte celebrità dello sport, della moda e dello spettacolo. Ma ci sono anche criminali. Ex terroristi. Bancarottieri. Trafficanti di droga. E boss mafiosi, anche italiani, con i loro tesorieri”.
L’inchiesta, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij), si chiama Pandora Papers perché scoperchia un vaso di veleni di portata mondiale. Più di 11,9 milioni di documenti con i nomi di oltre 29 mila beneficiari di società offshore, fino a ieri sconosciuti. Dietro le carte intestate ai fiduciari, emergono per la prima volta investimenti e patrimoni esteri di politici europei e sudamericani, dittatori africani, ministri asiatici, sceicchi arabi. Le casseforti segrete di 46 oligarchi russi. Le offshore che azzerano le tasse a una super casta di oltre 130 multi-miliardari americani, indiani, messicani e di altre nazioni.