L’ANAOAI celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente parlando dell’impatto ambientale nel calcio

Tiberio Daddi. Le attività con maggiore impatto ambientale sono quelle derivanti dalla mobilità dei tifosi, dal consumo energetico, delle aree di ospitalità e bar presenti negli stadi”


AgenPress. Lo ha detto il prof Tiberio Daddi, Professore associato del Gruppo di ricerca su sport e sostenibilità del laboratorio SUM (Sustainability Management) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, parlando dei “Criteri di sostenibilità ambientale nella costruzione e gestione degli impianti sportivi”, nel Salone d’Onore del CONI, nell’ambito della celebrazioni della “Giornata mondiale dell’Ambiente 2023”, organizzate dal presidente della Sezione di Roma dell’Associazione Nazionale degli Atleti Olimpici e Azzurri Prefetto Francesco Tagliente, d’intesa con la presidente nazionale del Sodalizio Novella Calligaris.

“I risultati degli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca – ha esordito il prof Daddi – hanno evidenziato come il calcio professionista abbia un elevato impatto ambientale. Secondo il calcolo dell’impronta ambientale di una partita di calcio del Real Betis di Siviglia e focalizzandosi sul tema dei consumi energetici particolarmente importante in questi ultimi mesi – ha proseguito – osserviamo che il club consuma circa 2 milioni di Kwh di energia elettrica all’anno pari al consumo annuale di 740 famiglie di 4 persone. Se invece osserviamo l’impatto di 1 singola partita, – ha aggiunto il contributo al cambiamento climatico (carbon footprint) risulta essere di circa 186.000 kg di CO2 equivalente, cioè pari alle emissioni di una macchina media alimentata a benzina che percorre 500 mila chilometri ovvero 41 volte la distanza stradale fra Roma e Hong Kong. Lo studio – ha concluso – ha messo in evidenza che le attività con maggiore impatto ambientale sono quelle derivanti dalla mobilità dei tifosi, dal consumo energetico, dalle aree ristorazione e bevande (aree ospitalità e bar) presenti negli stadi.”

Invitato dal prefetto Francesco Tagliente  moderatore dei lavori a approfondire il ruolo dei tifosi, il prof Daddi ha chiarito che “Il ruolo dei tifosi è sicuramente importante nell’ambito della gestione ambientale del calcio in quanto da un lato con comportamenti più virtuosi (mobilità sostenibile, raccolta differenziata negli stadi, etc.) possono contribuire a ridurre gli impatti ambientali, dall’altro rappresentano uno dei portatori di interessi verso i quali i club vorrebbero valorizzare il loro impegno sui temi della sostenibilità. Secondo una survey questionaria che abbiamo condotto nel 2022 intervistando circa 1500 tifosi italiani e svedesi, l’86% dei rispondenti ha dichiarato che il calcio dovrebbe impegnarsi nella riduzione dei propri impatti ambientali mentre il 69% ha risposto che frequenterebbe una partita di calcio più volentieri se sapesse che essa è stata organizzata in modo sostenibile.”

Sollecitato da Tagliente a esprimere una sua valutazione sulle risposte del mondo del calcio sul tema della sostenibilità ambientale ha sottolineato che  “Negli ultimi anni il mondo del calcio sta prendendo sempre più coscienza dei propri impatti ambientali e il tema della sostenibilità ambientale sta diventando sempre più presente nelle agende dei manager di federazioni e club europei. UEFA di recente ha adottato una specifica strategia di sostenibilità, seguita dalla pubblicazione di linee guida sui temi dell’economia circolare e sulla sostenibilità delle infrastrutture alla cui redazione abbiamo avuto l’onore di partecipare e redatti anche sulla base dei risultati del progetto da noi coordinato denominato Life TACKLE. Anche sulla base di questi atti, a livello nazionale da metà del 2022 le federazioni nazionali sono state invitate a nominare un sustainability manager che abbia responsabilità anche sui temi di sostenibilità ambientale. FIGC sta intraprendendo iniziative innovative come l’adozione di una carta sulla sostenibilità ambientale nel calcio al quale partecipano tutte le leghe e le componenti federali e alla quale stanno aderendo diversi club professionistici e non. Esistono naturalmente anche alcuni club considerabili frontrunner. Ad esempio come Scuola S Anna stiamo lavorando con Juventus al calcolo della carbon footprint dell’organizzazione, Juventus è anche stato il primo club a livello internazionale che ha pubblicato un proprio “climate report” in cui evidenzia gli impatti sul cambiamento climatico delle proprie attività.”

I lavori sono stati aperti con in canto degli Italiani intonato dal Tenore Francesco Grollo e dai saluti del presidente del CONI  Giovanni Malagò, del Prefetto di Roma Lamberto Giannini, del Capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Prefetto Laura Lega, della presidente nazionale dell’Associazione Olimpici e Azzurri d’Italia Novella Calligaris e del Presidente e Amministratore delegato di Sport e salute Vito Cozzoli e dalla relazione introduttiva Paolo Ghezzi, Ingegnere responsabile scientifico del Master in Gestione e controllo dell’ambiente (Geca) della Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa, che tratterà il delicato tema  della “Sostenibilità globale. Cambiamenti climatici ed effetti sociali planetari”.

Sono poi interventi l’ing. Luigi Ludovici, Responsabile Ufficio Sport e Periferie e Sviluppo Impiantistica Sportiva di Sport e Salute S.p.A. sulla “Consistenza degli impianti sportivi italiani. “Consistenza degli impianti sportivi italiani e l’architetto Gino Zavanella sui “Criteri di sostenibilità ed efficienza nella progettazione degli impianti sportivi e nella loro gestione”

I lavori sono stati conclusi dall’organizzatore dell’evento Prefetto Francesco Tagliente e dalla presidente nazionale dell’ANAOAI Novella Calligaris

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