Agenpress – “Il mio gruppo mi ha attaccato come se fossi un nemico. Nel M5s c’è “‘impossibilità di un confronto critico. Non è ammesso il dissenso, non c’è ascolto. I panni sporchi in famiglia. Per il resto: si tace o si esce”.
Così l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Foramonti, in una lunga intervista a Repubblica in cui parla della sua uscita dal Movimento, spiegando di non aver sentito né Grillo né Casaleggio. Quest’ultimo “l’ho incontrato fugacemente un paio di volte in vita mia. Del resto credo che sappia cosa penso della piattaforma Rousseau: inadeguata, inutilmente costosa (un milione e mezzo l’anno, a prezzi di mercato ne costerebbe 30 mila), farraginosa. È sbagliato persino il modo in cui vengono poste le domande, declinate in modo da assecondare e incoraggiare risposte prevedibili”.
“A volte ci si dimentica cosa sono le cinque stelle. Acqua pubblica, mobilità sostenibile, ambiente. L’economia del benessere è ciò a cui ho dedicato tutta la mia vita di studi. Serve un’alleanza di governi che puntino al benessere sociale e ambientale, non alla crescita del Pil”.
“Lorenzo ha perfettamente ragione. Ho detto che il M5s si è trasformato in un’oligarchia dove una piccola minoranza di persone, cioè il capo politico e qualche fedelissimo decidevano per la maggioranza del gruppo, quindi Fioramonti ha perfettamente ragione quando dice ‘o fai così o taci'”, ha commentato Gianluca Rospi, ex deputato M5s passato al Misto.
“Io sono uno dei pochi che ha lasciato la sua poltrona (la presidenza dell’Ordine degli ingegneri) siccome sono una persona corretta, al contrario di altri che hanno moltiplicato le poltrone”, e citando il capo politico dei 5S ha concluso: “Nemmeno Aldo Moro aveva 4 incarichi come Di Maio”.