Wartsila, Palombella (Uilm): “Con stop produzione a rischio 1.500 lavoratori e intero Gruppo in Italia”

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AgenPress. “Senza la continuità produttiva del sito di Trieste di Wartsila non sono sostenibili le attività di servizi e ricerca e sviluppo. A rischio, quindi, è l’intero Gruppo in Italia e tutto l’indotto. Stiamo parlando complessivamente di 1.500 lavoratori. Una situazione drammatica da evitare ad ogni costo. Per questo motivo sabato sarò in piazza per una manifestazione di enorme valore sociale, un’occasione per un messaggio di speranza, ma anche un momento in cui la politica capisca che siamo di fronte a una vertenza drammatica, sulla quale non deve speculare per fini elettorali e che dovrà avere necessariamente una soluzione positiva. I nostri obiettivi prioritari sono la salvaguardia dei posti di lavoro, il ritiro della procedura di licenziamento e la convocazione di un tavolo urgente al Ministero dello Sviluppo economico”.

Così Rocco Palombella, Segretario generale Uilm, in un’intervista a Il Piccolo in vista della manifestazione del 3 settembre a Trieste.

“Bisogna ricordare – sottolinea il leader Uilm – che non stiamo difendendo una realtà obsoleta o non profittevole, ma, al contrario, chiediamo che possa continuare a produrre uno stabilimento strategico per l’intera economia che ruota intorno all’Europa. Stiamo parlando di una fabbrica moderna, che funziona, che dà reddito. Per questo siamo convinti che alla fine sarà una lotta vincente perché le ragioni della difesa hanno una evidente concretezza”.

“Non dobbiamo fare intervenire lo Stato perché l’azienda è decotta, ma perché non dobbiamo subire questa sorta di redistribuzione del sistema industriale – continua – La nazionalizzazione, proprio per difendere gli investimenti fatti in questi anni, è una strada da percorrere non perché, in generale, sia un toccasana, ma perché, nel caso specifico, risolve un confronto impari, quello tra la Finlandia che internalizza e un’Italia che potrebbe rinunciare a un asset importante dopo avere investito tante risorse. Lo Stato deve prendere una posizione forte nei confronti dei finlandesi: se non siete in grado di continuare a produrre in Italia, noi interveniamo a tutelare una realtà in salute”.

“Dopo la manifestazione di sabato – prosegue – faremo in modo che ci sia una continuità di lotta senza alcun tipo di tentennamento. Vogliamo che ci sia un’azione da parte del Governo che punti a un unico risultato: il ritiro della procedura di licenziamento. Perché non ci sono le condizioni per sacrificare Wärtsilä. Non è accettabile che possa venire meno uno stabilimento di quel valore in una città come Trieste che ha un porto tale da garantire il trasferimento delle merci”.

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