AgenPress – L’esperimento della didattica a distanza durante la pandemia sembra non aver funzionato adeguatamente. Secondo il 54/mo rapporto del Censis, infatti, “per il 74,8% dei dirigenti la didattica a distanza ha di fatto ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti” anche se “il 95,9% è molto o abbastanza d’accordo sul fatto che la Dad è stata una sperimentazione utile per l’insegnamento”.
“Solo l’11,2% degli oltre 2.800 dirigenti scolastici intervistati ha confermato di essere riuscito a coinvolgere nella didattica tutti gli studenti”, si legge nel rapporto. L’82,1%, poi, “afferma che le differenti dotazioni tecnologiche e la diversa familiarità d’uso sono stati un ostacolo sia tra i docenti che tra gli studenti”.
“Nel 18% degli istituti ad aprile mancava all’appello più del 10% degli studenti . Il 53,6% dei presidi sostiene che con la didattica a distanza non si riesce a coinvolgere pienamente gli studenti con bisogni educativi speciali. Il 37,4% teme di non poter realizzare progetti per il contrasto alla povertà educativa e per la prevenzione della dispersione scolastica”.
I principali soggetti a rischio sono le prime generazioni di studenti non italiani e gli alunni con disabilità o disturbi dell’apprendimento per i quali “la socialità che si instaura nelle aule scolastiche è insostituibile”.