Ue. Michel: “se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra. La Russia non si fermerà in Ucraina”

AgenPress – Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha affermato  in un articolo che l’Europa deve rafforzare le proprie difese nel passaggio ad una modalità di “economia di guerra” di fronte alla guerra in Ucraina.

Nell’articolo “Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra”, pubblicato su Euractive alla vigilia dell’incontro dei leader dell’UE a Bruxelles, ha ricordato la conversazione telefonica con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alle 3:30 del mattino del 24 febbraio 2022.

“Sentendo al telefono la voce grave del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dire: “Le bombe stanno cadendo su di noi, è un’invasione totale”, ho capito in quel momento che l’intero accordo di sicurezza del secondo dopoguerra era cambiato per sempre. Anche l’UE deve cambiare rapidamente”. 

Secondo il presidente del Consiglio europeo, a due anni dall’inizio della guerra, è ormai “chiaro che la Russia non si fermerà in Ucraina, così come non si fermò in Crimea dieci anni fa”.

“La Russia continua le sue tattiche destabilizzanti – in Moldova, Georgia, nel Caucaso meridionale, nei Balcani occidentali e anche più lontano nel continente africano”, scrive Michel. Sottolinea inoltre che l’Europa potrebbe “essere la prossima”.

“La Russia rappresenta una seria minaccia militare per il nostro continente europeo e la sicurezza globale. Se non diamo la giusta risposta da parte dell’UE e non diamo all’Ucraina il sostegno sufficiente per fermare la Russia, i prossimi saremo noi”.

Il presidente del Consiglio europeo suggerisce di passare a una modalità di “economia di guerra”. 

“È ora di assumerci la responsabilità della nostra sicurezza. Non possiamo più contare sugli altri o essere in balia dei cicli elettorali negli Stati Uniti o altrove”, scrive.

Invita i paesi a consentire investimenti nella difesa, anche considerando l’adattamento della politica di prestito dell’UE, ampliando il mandato della Banca europea per gli investimenti, per consentirle di sostenere l’industria della difesa del continente.

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