Polonia. Morawiecki, “non daremo più armi all’Ucraina, stiamo armando il nostro paese, dobbiamo difenderci”

AgenPress – Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha affermato, in un’intervista televisiva, che la Polonia non trasferirà “più armi all’Ucraina, perché ora ci stiamo armando, dobbiamo difenderci”. Una dichiarazione inattesa poche ore dopo che Varsavia aveva convocato “d’urgenza” l’ambasciatore ucraino per protestare contro l’attacco di Zelensky, che, nell’intervento alle Nazioni Unite, aveva puntato l’indice contro alcuni paesi per i quali la solidarietà all’Ucraina è solo “teatro politico”, mentre con le loro azioni “preparano il terreno alla Russia”.

Se domani il presidente Usa Biden annuncerà, proprio nel bilaterale con il presidente ucraino, un nuovo pacchetto di aiuti militari – ma sembra non gli attesi Atacms – Kiev perde il suo alleato più vicino, anche geograficamente, che si sentiva accomunato all’Ucraina dalla minaccia russa. “L’Ucraina – ha detto il primo ministro polacco – si sta difendendo da un brutale attacco da parte della Russia, e capisco questa situazione, ma, come ho detto, difenderemo il nostro Paese. Non trasferiamo più armi all’Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia”, ha detto quando il giornalista gli ha chiesto del sostegno militare e umanitario di Varsavia a Kiev nonostante le tensioni sul grano.

Zelensky ha affermato che è allarmante il modo in cui alcuni amici dell’Ucraina in Europa stiano mettendo in scena la solidarietà “in un teatro politico – creando un thriller dal grano”. Varsavia ha denunciato le sue parole come “ingiustificate nei confronti della Polonia, che ha sostenuto l’Ucraina fin dai primi giorni di guerra”.

Era fermamente convinto che la Polonia stesse aiutando l’Ucraina a sconfiggere il “barbaro russo” mantenendo un hub militare, ma non avrebbe accettato che i mercati polacchi fossero destabilizzati dalle importazioni di grano, ha riferito l’agenzia di stampa polacca Pap.

“Il nostro hub a Rzeszow, in accordo con gli americani e la NATO, svolge da sempre lo stesso ruolo che ha svolto e svolgerà.”

L’esercito polacco ha ridotto le proprie forze armate di circa un terzo attraverso i trasferimenti all’Ucraina ed è in procinto di sostituirle con moderne attrezzature prodotte in Occidente.

Le esportazioni di armi verso l’Ucraina non si fermeranno del tutto poiché il produttore polacco PGZ invierà nei prossimi mesi circa 60 armi di artiglieria Krab.

La disputa sul grano è iniziata dopo che l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia ha quasi chiuso le principali rotte marittime del Mar Nero e ha costretto l’Ucraina a trovare rotte terrestri alternative.

Ciò a sua volta portò grandi quantità di grano a finire nell’Europa centrale.

Di conseguenza, l’Unione Europea ha temporaneamente vietato le importazioni di grano in cinque paesi, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, per proteggere gli agricoltori locali, che temevano che il grano ucraino stesse facendo scendere i prezzi a livello locale.

Il divieto è scaduto il 15 settembre e l’UE ha scelto di non rinnovarlo, ma Ungheria, Slovacchia e Polonia hanno deciso di continuare ad applicarlo.

La Commissione Europea ha ripetutamente affermato che non spetta ai singoli membri dell’UE definire la politica commerciale per il blocco.

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