Meloni. Ergastolo ostativo, su lotta mafia non faremo un passo indietro. Con rinvio Cartabia nessun rischio per Pnrr

Agenpress – “Questa mattina abbiamo proceduto ad approvare un primo decreto che secondo me è molto importante. Personalmente, per me, è a tratti simbolico”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa tenuta dopo il cdm insieme ai ministri Nordio, Piantedosi e Schillaci.

“Sono molto contenta delle misure approvate oggi sulla giustizia”, ha aggiunto lasciandosi anche ad una battuta: come avete visto “ho anche tolto il bavaglio al ministro Nordio”, ha detto alludendo ad alcune ricostruzioni giornalistiche.

“Abbiamo approvato un primo decreto molto importante per provvedimenti. Se ricordate, nella relazione che ho fatto in Parlamento avevo detto che la lotta alla criminalità organizzata era uno degli obiettivi del governo, e sono contenta che il decreto contenga una norma che va in questo senso, quella sull’ergastolo ostativo, una materia che ci sta a cuore”.

“Nel decreto c’è anche la norma che riguarda la riforma Cartabia. Qualcuno ha detto che con questo rinvio rischiamo di far saltare una delle milestones del Pnrr”. Invece, “ai fini del Pnrr non cambia nulla. Ci siamo presi 2 mesi mantenendo impegni presi con commissione Ue, per valutare se vi siano questioni da perfezionare. Ma non c’è alcun rischio che venga compromesso “.

C’è una corsa contro il tempo per la manovra, nel prossimo cdm del 4 novembre si aggiornerà la nadef e si potrebbe aprire il dossier energia.

“Il prossimo 2 novembre, sarebbe entrata in vigora la riforma” Cartabia “nella parte sul processo penale ma nei giorni scorsi il ministro della giustizia è stato raggiunto da una lettera di tutti i procuratori generali che segnalavano come quella disposizione, in assenza di strumenti, rischiava di creare problemi significativi”.

Meloni ha parlato del “sistema non informatizzato” e delle difficoltà operative dell’aver reso “una serie di reati” “procedibili su querela di parte”. “Nelle more dell’applicazione di questa norme”, poi, “si rischiava che una serie di detenuti uscissero dal carcere” e, dunque, “di dare un segnale” opposto alla nostra volontà, “di non certezza del diritto”.

In pratica gli “uffici giudiziari non sono pronti ad adempiere e questo rischiava di produrre la paralisi di sistema giudiziario”, ha detto ancora.   “Nelle more dell’applicazione di questa norme si rischiava che una serie di detenuti uscissero dal carcere”.

Il presidente ha parlato anche di Covid.  “L’obbligo vaccinale è scaduto lo scorso giugno e sopravviveva fino a dicembre per gli operatori sanitari. Noi abbiamo deciso di anticipare all’1 novembre la fine dell’obbligo e questo ci consente di recuperare 4 mila persone ora ferme in un sistema sotto-orqanico. Confermiamo l’uso delle mascherine – ha poi aggiunto Meloni – ho letto notizie di ogni genere che non corrispondevano a verità”.

“Sulla lotta alla mafia non intendiamo fare un solo passo indietro ma solo in avanti. Penso che ad esempio il tema dei beni confiscati da restituire alla comunità debba essere il miglior segnale della vittoria dello Stato sulla criminalità. Lavoreremo su questo e altro. Sono contenta di aver dato un segnale in maniera così chiara. Lo stesso vale per il rispetto delle regole e della legalità”.

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