Libri. “Professione imputato”

L’errore giudiziario scontato in vita da PAOLO SIGNORELLI


AgenPress. Dopo il successo del libro LA NEVE di MARIUPOL di Monica Perosino, che ha inaugurato la collana dedicata ai romanzi-verità, la Paesi Edizioni pubblica una storia di malagiustizia legata al personaggio politico Paolo Signorelli, esponente di spicco della destra italiana che venne dimenticato in carcere per dieci anni in attesa di un giudizio definitivo. Il libro “Professione imputato” è una riedizione postuma della versione uscita nel 1996, con commento di Pietrangelo Buttafuoco.

Paolo Signorelli, professore colto e intellettuale che insegnava Storia e Filosofia al Liceo Classico “De Sanctis”, ricevette una serie di ordini di arresto, dalla “detenzione di armi” a quello “per ricostituzione del disciolto Partito Fascista”, che decadono dopo poco. Nel 1980, però, arriva una maxi retata con l’ordine di arresto che riporta come capo d’imputazione “associazione sovversiva e banda armata” e qui inizia il calvario umano e giudiziario di Paolo Signorelli, che viene prelevato in piena notte nella sua villa di Viterbo e portato nella Casa Circondariale di Modena, dove rimarrà per otto anni, la maggior parte dei quali in isolamento, con l’accusa di aver partecipato alla strage di Bologna.

Dieci anni di carcere preventivo che racconta lui stesso in questo libro pubblicato per Paesi Edizioni. Assolto definitivamente per «non aver commesso il fatto» nel 1993, morirà il 1° dicembre 2010 con l’amaro in bocca. Ecco perché torna di grande attualità il suo romanzo-verità: un’opera autobiografica da parte di un intellettuale «fuori dagli schemi», che descrive con sapienza e grandi doti letterarie uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia della magistratura italiana.

Paolo Signorelli 

Esponente ideologico della destra,
ha militato prima nel MSI e poi è stato uno dei massimi esponenti di Ordine Nuovo e del Fronte Sociale Nazionale, da cui si è successivamente allontanato. Con Pino Rauti nel MSI dal 1969, nel 1976 ne fu espulso e divenne uno dei dirigenti del Movimento politico Lotta Popolare. Ha collaborato con i periodici Anno Zero Costruiamo l’azione, prima di distaccarsi dalla politica per ritagliarsi un ruolo da intellettuale.

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