Caso Cospito, De Magistris: “Possibilità di attentati? Non si può escludere nulla in questo clima di tensione sociale”

AgenPress. Luigi De Magistris, politico ed ex magistrato, è intervenuto nella trasmissione “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli in onda su Cusano Italia Tv.

In merito al caso Cospito. “Cospito ha già raggiunto il suo obiettivo – afferma De Magistris – Cospito è un criminale e ora è l’uomo più famoso d’Italia. Ci troviamo a discutere di potenziali convergenze tra Cospito e mafiosi. Uno Stato forte, autorevole, deve essere uno Stato dal volto umano. Si era partiti da un dibattito umanitario, se fosse o meno proporzionato: oggi siamo di fronte a fatti riservati dati in pasto all’opinione pubblica, l’arresto di Matteo Messina Denaro e un quadro di allarmi a Bologna. Mi auguro che la situazione possa risolversi”.

Riguardo all’intervento di Donzelli. “La critica di Donzelli la trovo inaccettabile. Quello che dico da ex magistrato è che mi ha lasciato esterrefatto sono le modalità con cui sono stati resi pubblici i contenuti delle intercettazioni telefoniche tra Cospito ed esponenti dei Casalesi e della ‘ndrangheta. Quelli sono atti che sono coperti da massima sicurezza. Siamo partiti da un dibattito sull’abuso delle intercettazioni telefoniche. Quello che hanno fatto Delmastro e Donzelli è proprio abuso di intercettazioni. Riguardo il dibattito sul carcere ostativo e sul 41 bis, oggi quello che sta venendo fuori cancella che si possa discutere su questi temi”.

In merito alla pericolosità di Cospito. “Dobbiamo fare attenzione: nella presunta e assai probabile trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato, c’era l’abolizione del 41 bis.

Starei attento a fare di Cospito un leader dei movimenti terroristici internazionali.

Oggi siamo di fronte a scenario che mi preoccupa: mentre prima Cospito era rappresentante di frangia isolata e violenta, oggi invece ci troviamo di fronte ad una polveriera: pandemia, guerra, scenari economici tragici, non c’è clima di uno Stato rassicurante.

Io sono uno che approfondisce molto. Chi vuole approfondire il movimento anarchico sa che esistono diversi correnti. Dobbiamo fare attenzione alle semplificazioni. Esiste ancora una grande magistratura. Io ritengo che il 41 bis a Cospito sia stato sproporzionato. Non solo da un punto di vista umanitario ma anche giuridico.

Cospito non ha 41 bis per la gambizzazione di Adinolfi. Lui è stato condannato per strage comune ma poi la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello, ritenendo che non fosse strage comune ma strage per finalità di attentato ad uno stato e a organi rilevanti della vita democratica del nostro Paese: reato per il quale, indipendentemente dal fatto che ci siano morti o feriti, è previsto l’ergastolo.

Il 41 bis lo applicherei quando abbiamo un quadro particolarmente certo che ci troviamo di fronte ad organizzazioni terroristiche di tipo verticale. Questa vicenda ha fatto di Cospito non dico una sorta di martire ma quasi. Lo sciopero della fame non significa che abbia rinnegato la violenza.

Io credo che uno come me, vicino agli ultimi, ritenga che chi usi violenza danneggia chi lotta per un mondo più giusto. Io sono stato vittima di violenza istituzionale dello stato, ma la violenza è sempre violenza”.

In merito a come vanno letti gli attentati da parte degli anarchici. “Io sono molto preoccupato per le saldature. Siccome c’è una rabbia sociale forte, c’è un odio di classe. Non bisogna sottovalutare quello che sta succedendo, stiamo scivolando in clima di violenza che pensavamo di esserci lasciati alle spalle”.

Rischiamo un attentato? “Non si può escludere nulla. A me preoccupa la tensione sociale, economica, le disuguaglianze, gli effetti post pandemici, un governo di destra, manganelli e pietre, politica che non sa più ascoltare, governo inadeguato e opposizione inesistente. Tutto questo segna un momento pericoloso che non va sottovalutato”.

In merito ad un possibile passo indietro del governo. “Sul 41 bis c’è peso forte della magistratura, dipenderà molto dalla magistratura. Chi usa violenza quando accade tutto questo mette in pericolo la democrazia. Questa è un’opportunità per vedere chi sta dalla parte giusta, uno Stato forte deve dare garanzie anche a chi commette reati più gravi”.

 

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