Cura Italia. Svimez, compensa solo 30% perdite autonomi. Senza tutela 1,8 mln lavoratori

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Agenpress – La distribuzione territoriale, al netto dei consumi collettivi (nei quali è ricompresa la spesa sanitaria), prevede una distribuzione, rispetto alla popolazione residente nelle due ripartizioni, più favorevole al Centro-Nord, come è logico data la diversa intensità assunta dall’epidemia nelle diverse aree.

Il “cura Italia” sviluppa un intervento
essenzialmente di maggior spesa corrente pari a 1,2 punti di Pil, meno della metà della
stima SVIMEZ dell’impatto di un mese di lockdown in termini di perdita di Pil. Il
provvedimento esplica maggiori effetti al Sud in rapporto al Pil (1,4% contro l’1,2% nel
Centro-Nord), mentre in termini pro capite si concentra maggiormente al Centro-Nord
(372 euro pro capite contro i 251 nel Mezzogiorno). Il Centro-Nord ne risulta
“compensato” per il 40% della perdita subita, il Sud per il 50%.

La maggiore fragilità e precarietà del mercato del lavoro meridionale rende più difficile
assicurare una tutela a tutti i lavoratori, precari, temporanei, intermittenti o in nero, con
impatti rilevanti sulla tenuta sociale dell’area.

Il decreto cura Italia ha esteso gli ammortizzatori sociali da una platea di circa 10
milioni di dipendenti privati a 14,7 milioni. Rimangono privi di tutela circa 1,8
lavoratori privati dipendenti, di cui 800 mila lavoratori domestici (200 mila al Sud e 600
mila nel Centro-Nord) e circa 1 milione di lavoratori a termine, che pur avendo lavorato
in passato non erano occupati il 23 febbraio (350 mila al Sud e 650 mila nel Nord).

Si tratta di una platea cui occorre dare risposta con uno strumento universale di tutela dalla
disoccupazione, ma che non debbono rientrare nell’area assistenziale del Reddito di
Cittadinanza. Infine, va considerato che, oltre a circa due milioni di lavoratori irregolari
(1,2 milioni al Nord e 800 mila nel Mezzogiorno) è possibile stimare circa 800 mila
disoccupati in cerca di prima occupazione che per effetto della crisi presumibilmente
non potranno accedere al mercato del lavoro nei prossimi mesi, concentrati
prevalentemente nel Sud (500 mila a fronte di 300 mila nel Centro-Nord).

La compensazione statale di 600 euro prevista dal “Cura Italia” per i lavoratori autonomi
copre “solo” il 30% della perdita di reddito lordo mensile di 2 mila euro in media
nazionale stimata dalla SVIMEZ.

 

 

 

 

 

 

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