AgenPress – Dopo aver ottenuto il parere favorevole del Comitato Etico sulla presenza dei 4 requisiti per l’accesso al suicidio assistito, Mario, 43 anni, malato tetraplegico marchigiano, ha diffidato nuovamente la Asur (Azienda Sanitaria Unica Regionale) Marche, perché inadempiente in merito alle dovute verifiche sul farmaco letale. Lo comunica l’Associazione Luca Coscioni. Questo è, infatti, l’ultimo passaggio da effettuare, si spiega, prima di poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita, secondo l’iter stabilito dalla sentenza Cappato/Antoniani della Corte costituzionale.
Mario ha dunque diffidato nuovamente l’ASUR “ad effettuare come previsto dal Tribunale di Ancona in tempi brevissimi le dovute verifiche sulla modalità, la metodica e il farmaco idonei a garantire la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile”, così come ordinato alla ASUR stessa dal Tribunale di Ancona lo scorso giugno e come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019. La nuova diffida arriva a seguito del parere del Comitato Etico dei giorni scorsi, che aveva confermato la sussistenza dei quattro requisiti previsti dalla Corte, ma allo stesso tempo non aveva potuto esprimersi in merito alla ‘metodica, il farmaco e le modalità di esecuzione’, in assenza della Relazione di verifica effettuata dai medici nominati dall’azienda sanitaria regionale delle Marche.
“La trappola burocratica è in atto. A Mario è stato riconosciuto un diritto ma non può esercitarlo. La Asur proceda alle verifiche come ordinato dai giudici di Ancona e stabilito dalla Consulta. Alla luce di questi ritardi ingiustificati e ostruzionistici rispetto al diritto di Mario alla verifica di tutte le condizioni necessarie per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita, con i colleghi del collegio legale abbiamo provveduto, su indicazioni di Mario, ad inviare un’ulteriore diffida per mettere in mora l’Asur Marche affinché proceda alla verifica del farmaco idoneo e le relative modalità di esecuzione”, ha dichiarato Filomena Gallo, codifensore di Mario e Segretario dell’Associazione Coscioni.
Per “facilitare tale operazione, che per legge incombe sull’azienda sanitaria, il collegio legale – ha spiegato – ha nominato un consulente medico di parte nella persona di Mario Riccio, anestesista di Piergiorgio Welby, allegando alla diffida la sua relazione completa di indicazioni sull’idoneità del farmaco indicato e la procedura. Si configurano ormai precise responsabilità per l’omissione dell’intera esecuzione dell’ordine del Tribunale di Ancona. Omissione che determina un danno grave e irreparabile al signor Mario la cui situazione di salute e sofferenza in 15 mesi è aumentata”.
Con una nota dello scorso 23 novembre, la Regione Marche dichiarava che ‘sarà il Tribunale di Ancona a decidere se il paziente tetraplegico di 43 anni potrà avere diritto al suicidio medicalmente assistito’. Su questo in realtà il Tribunale di Ancona “si era, come detto, già chiaramente espresso – conclude Gallo – ordinando all’Asur Marche di accertare se le modalità, la metodica ed il farmaco fossero idonei a garantire a Mario la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile”.