Usa. Proteste per l’uccisione di Breonna Taylor. Assassino solo “negligente”

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AgenPress – A sei mesi dall’uccisione della giovane infermiera Breonna Taylor, il Grand Giurì del Kentucky ha deciso di incriminare un solo agente, Brett Hankison. L’agente Hankison è stato accusato di condotta pericolosa per aver sparato alla cieca 10 colpi d’arma da fuoco nell’appartamento durante l’irruzione antidroga, ma non gli è stato imputato l’omicidio della ragazza, nel frattempo divenuta uno dei volti del black lives matter.

Un’incriminazione per condotta negligente e pericolosa, quindi, per la quale rischia se condannato fino a 15 anni di carcere, non per l’uccisione della ragazza 26 enne. Gli altri due poliziotti che accompagnavano Brett Hankinson non sono stati accusati. La decisione del gran giurì ha lasciato l’amaro in bocca dopo 100 giorni di proteste nelle strade di tutta America. E scatena in molti la rabbia: a Louisville, nel Kentucky dove Tayler è stata uccisa, i manifestanti hanno invaso le strade e si sono scontrati con la polizia.

Gli altri due poliziotti, Jonathan Mattingly e Myles Cosgrove, se la sono cavata ancora più facilmente: chiamati in causa per la partecipazione all’operazione, non sono stati neppure incriminati.

Insomma: nessuno è responsabile della morte violenta per mano di un poliziotto di una 26 enne che non aveva alcuna pendenza con la legge.  L’uccisione dell’afroamericana Taylor, avvenuta il 13 marzo scorso, ha suscitato dure proteste che vanno avanti da mesi. A Louisville dopo la decisione del Grand Giurì si è scatenata la rabbia, due agenti sono stati feriti negli scontri tra manifestanti e polizia. Alle 21 ora è scattato il coprifuoco, ma le manifestazioni lo hanno ignorato. Ma sono molte le città americane dove sono in corso proteste per chiedere giustizia per Breonna Taylor.

Era marzo quando gli agenti hanno fatto irruzione in piena notte nell’abitazione della ragazza, che stava dormendo con il suo fidanzato. Non avendo capito cosa stava accadendo e non avendo riconosciuto che si trattava della polizia, il compagno di Taylor – Kenneth Walker – ha sparato e colpito a una gamba uno degli agenti. I tre poliziotti hanno risposto sparando 32 colpi, molti dei quali hanno raggiunto e ucciso Taylor. Per il Grand Giurì la reazione degli agenti era giustificata perché Walker aveva sparato per primo.   La decisione del Grand Giurì è “offensiva”, dice Ben Crump, il legale della famiglia Taylor. Kamala Harris, la candidata democratica alla vicepresidenza, ammette di non aver avuto modo di leggere la decisione ma afferma: “non c’è dubbio che la famiglia di Breonna Taylor meritava giustizia ieri, la merita oggi e la meriterà domani”, afferma.

I legali di uno dei tre agenti coinvolti nel caso sono soddisfatti. “La morte di Breonna Taylor è una tragedia, ma gli agenti non hanno agito in modo non professionale. Hanno svolto il loro compito e non hanno infranto la legge”, spiega Kent Wicker, legale di Jonathan Mattingly, uno degli agenti coinvolti nel caso. Nell’annunciare la decisione del Grand Giurì il procuratore del Kentucky, Daniel Cameron, ammette che molte persone non saranno soddisfatte dal risultato.

Cameron spiega che Mattingly e l’agente Myles Cosgrove – colui che ha sparato il colpo definito che ha ucciso la ragazza –  “secondo la legge del kentucky erano giustificati all’uso della forza per proteggersi. Questa giustificazione ci impedisce di perseguirli per la morte di Taylor”. Brett Hankison invece è stato incriminato per negligenza, ovvero per l’aver sparato in direzione di un appartamento nelle vicinanze mettendo a rischio la vita di altre persone.

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