L’ANAOAI celebra la “Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace”

L’ANAOAI celebre la Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace con una riflessione con gli studenti sul valore costituzionale dello sport e dei simboli della repubblica


AgenPress. Si è concluso con un grande successo il dibattito su Sport e Costituzione, organizzato dall’ANAOAI per celebrare la “Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace” e per approfondire con gli studenti del territorio di Ferrara il tema del ruolo sociale della promozione del benessere psicofisico offerto dalla pratica sportiva.

L’evento, organizzato in maniera corale dalla Sezione di Ferrara dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, presieduta da Luciana Boschetti Pareschi, assieme al Consigliere Nazionale ANAOAI Fausto Molinari, è stato aperto con l’Inno di Mameli intonato dal tenere Francesco Grollo, seguito dalla esecuzione dell’Inno ufficiale dell’ANAOAI scritto e diretto da Lorenzo Porzio, canottiere azzurro e bronzo olimpico nel ‘quattro senza’ ad Atene 2004, oggi compositore e direttore d’orchestra, a dimostrazione del forte binomio tra sport e cultura e del fatto, poi ribadito nella discussione, di quanto la pratica sia stimolo per lo studio e per la crescita personale.

Moderati in maniera eccellente da Mirko Rimessi si sono alternati sul palco la presidente nazionale dell’ANAOAI Novella Calligaris, la Vice Presidente nazionale del CONI Claudia Giordani; il Consigliere nazionale del ANAOAI Franco Del Campo, autore del libro “Sport e Costituzione” e il Presidente della sezione di Roma dell’ANAOAI Prefetto Francesco Tagliente intervenuto anche come Presidente della Fondazione Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Gli Interventi sono stati preceduti dai saluti istituzionali del Prefetto di Ferrara Massimo Marchesiello, dell’Assessore comunale allo sport Andrea Maggi, della Consigliera dell’Assemblea Regionale Emilia Romagna Marcella Zappaterra, del Vice Presidente vicario Coni Emilia Romagna Milva Rossi e del rappresentante dell’Ufficio scolastico Emilia-Romagna Fabrizio Berveglieri.

Novella Calligaris, plurimedagliata olimpica, ha introdotto il tema dell’incontro, lanciando domande e piccole provocazioni agli studenti per sentire dalla loro voce il significato per di vocaboli come sport, impegno e sconfitta. La vicepresidente del Coni Claudia Giordani, altra atleta che ha emozionato gli italiani dal podio dei Giochi di Innsbruck 1976, ha posto l’accento, sulla funzione della parola ‘insieme’ al motto olimpico. Un significato profondo, orientato nella stessa direzione di quanto introdotto nella Carta costituzionale.

Franco Del Campo, olimpionico nel nuoto e consigliere nazionale di ANAOAI con il suo intervento ha richiamato quanto riportato nel suo libro ‘Sport e Costituzione’. Un testo, dal quale ha articolato la sua riflessione, analizzando la storia dei Giochi, e soffermandosi sulle ragioni per le quali i Padri costituenti hanno inserito nell’articolo 54 della Carta l’espressione “disciplina e onore”. Un riferimento, anche se non esplicitato, alle caratteristiche dello sport. Un piccolo libro, ma unico nel suo genere con cui Del Campo cerca di rispondersi alla domanda su come mai la nostra Costituzione, “la più bella del mondo”, per 75 anni, fino a pochi mesi fa, non ha fatto alcun cenno a un tema così importante ed universale come lo Sport? Partendo dalla possibile/probabile diffidenza delle madri e padri costituenti nei confronti dello Sport, che era stato “occupato” e strumentalizzato dal regime fascista, che pure era – a suo modo – moderno ed innovatore in questa prospettiva. Senza dimenticare che tutti i regimi totalitari hanno utilizzato e strumentalizzato lo Sport.

Inno e bandiera, inoltre, hanno rappresentato il cuore della trattazione del prefetto Francesco Tagliente, azzurro inserito nella squadra preolimpica della lotta per i Giochi di Monaco 1972 e presidente della sezione di Roma di ANAOAI, oltre che responsabile della sicurezza delle Nazionali di calcio a Berlino nel 2006. Da lui è giunto un appello a una regolamentazione all’uso dell’Inno. Il Prefetto Tagliente intervenendo anche come Presidente della Fondazione Insigniti OMRI , ricollegandosi alle riflessioni del Consigliere Del Campo ha ricordato che dopo l’Ambiente, finalmente anche lo sport ha ottenuto il doveroso riconoscimento Costituzionale aggiungendo che gli estensori della Carta fondamentale, chiara e lungimirante, non presero in considerazione, contrariamente al tricolore al quale, pur limitandosi a scrivere che “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, ritennero di inserirlo all’articolo 12, l’ultimo dei principi fondamentali.

L’Assemblea Costituente aveva valutato l’ipotesi di inserire l’inno di Mameli nell’alveo costituzionale, ma non c’era stato seguito. Francesco Saverio Nitti si era opposto per il riferimento a Balilla, che tutti sanno non essere l’omonima Opera Nazionale istituita nel 1926, bensì quel Giovan Battista Perasso detto Balilla, il ragazzino che innescò la rivolta di Genova contro gli austriaci nel 1746. Un evidente sentimento di imbarazzo considerato che a nessuno può venire in mante che Francesco Saverio Nitti non sapesse davvero chi fosse il Balilla di cui stava parlando.

Un imbarazzo registrato anche nei decenni successivi al dopoguerra se ci si avvicinava a temi inerenti il sentimento nazionale e i concetti di Patria e identità fino al settennato del presidente Ciampi. Anche i successivi tentativi d’inserire l’inno in Costituzione non sono andati a buon fine. Eppure, bastava aggiungere un secondo comma all’art 12 della Costituzione prevedendo che l’inno nazionale della Repubblica è il Canto degli italiani come più volte proposto nel corso degli ultimi 20 anni.

“Eppure – ha aggiunto il presidente della Fondazione Insigniti OMRI – molto opportunamente altre materie hanno fatto ingresso, anche di recente, nel patrimonio costituzionale del Paese. Ricordo l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, ora compresi nell’articolo 9, come lo sport fra i valori riconosciuti recentemente dalla Costituzione attraverso un’integrazione dell’articolo 33.”

Il Tricolore e l’Inno di Mameli – ha proseguito – sono i simboli ufficiali della nazione, del popolo italiano e delle libertà conquistate. Sono i simboli che hanno accompagnato il cammino del nostro Paese nei momenti luminosi e in quelli bui. Sono i simboli dell’Italia repubblicana in cui si salda l’identificazione tra collettività nazionale e lo Stato. La Fondazione Insigniti OMRI chiede che sia riconosciuta la dignità costituzionale anche all’Inno nazionale, che dopo l’adozione «provvisoria» da parte del Governo De Gasperi nell’ottobre 1946 è stato ignorato anche dalla legislazione ordinaria sino alla legge 4 dicembre 2017, n. 181. A essa, tuttavia, a distanza di 7 anni, non è ancora seguito il Decreto del Presidente della Repubblica che ne stabilisca le modalità di esecuzione.”

Al momento, quindi, non esiste una partitura ufficiale dell’Inno di Mameli: le bande istituzionali lo eseguono su trascrizioni diverse e lo stesso accade per le grandi orchestre stabili. Il mondo delle bande e delle formazioni civili adotta una pluralità di versioni, più o meno attendibili, mentre il mondo sportivo ha introdotto anche interpretazioni “all’americana” con risultati spesso sconcertanti. Una cosa è però certa: la maggior parte delle attuali esecuzioni non riflette lo spirito originario conferito al canto da Michele Novaro nel 1847.

Eppure, già venticinque anni fa un gruppo di musicisti coordinati dallo storico Michele D’Andrea aveva individuato la versione autentica dell’inno, che mi auguro possa essere adottato anche nelle manifestazioni sportive ufficiali a livello internazionale e non sentire più l’inno suonato a canzonetta.

Il moderatore Mirko Rimessi ha sottolineato infine i meriti dell’Italia nell’ambito dello sport paralimpico, dal suo sviluppo con Antonio Maglio e poi, assieme a Marianna Pellegrini, segretario generale di Fondazione Estense, ha ricordato come Ferrara e le sue società sportive stiano interpretando il ruolo nuovo del quale viene investito il mondo dello sport, richiamando il patto di Allenza Digitale per un uso consapevole delle nuove tecnologie.

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