Papa: “Gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Uno distrugge la vita; l’altro impedisce la vita”

Francesco interviene alla IV edizione degli Stati Generali della Natalità


AgenPress. Il Papa esorta a “invertire la rotta” e farlo come politica e come società “perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”. Si tratta di attuare “serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”, scandisce il Pontefice, ad esempio, bisogna “porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli”.

“In questo momento – afferma Papa Bergoglio –  gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali. Uno distrugge la vita; l’altro impedisce la vita”.

La vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono.

“Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo – questo è il problema -; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato, fino a intrecciare malsane interdipendenze tra sistemi sociali, economici e politici”, afferma il Papa citando Giovanni Paolo II. Denuncia “l’egoismo” che porta “ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene”. “E le case – constata Francesco – si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano i cagnolini, i gatti … Questi non mancano. Mancano i figli”.

Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici.

Per il Papa il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. “Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro”, afferma. Guarda all’Italia, ad esempio, dove l’età media attualmente è di 47 anni. Mentre alcuni Paesi del centro Europa hanno un’età media 24 anni. I record negativi salgono e l’Europa sta progressivamente diventando “un continente stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita”.

Nonostante tante parole e tanto impegno, non si arriva a invertire la rotta. Come mai? Perché non si riesce a frenare questa emorragia di vita?

Che futuro aspettarsi? Sono urgenti politiche efficaci e lungimiranti così da “seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani”. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, insite il Papa, per aiutare le famiglie, le mamme o “tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”. Insomma bisogna promuovere “una cultura della generosità e della solidarietà intergenerazionale, per rivedere abitudini e stili di vita, rinunciando a ciò che è superfluo allo scopo di dare ai più giovani una speranza per il domani”.

Il Papa si rivolge ai giovani: tanti quelli che affollano la platea dell’Auditorium della Conciliazione, provenienti da scuole medie e licei. Chiede loro “coraggio”, a fronte di un futuro che “può apparire inquietante” e “che tra denatalità, guerre, pandemie e mutamenti climatici” fa affievolire la speranza.

Ma non arrendetevi, abbiate fiducia, perché il domani non è qualcosa di ineluttabile: lo costruiamo insieme, e in questo “insieme” prima di tutto troviamo il Signore.

“Non rassegniamoci a un copione già scritto da altri, mettiamoci a remare per invertire la rotta, anche a costo di andare controcorrente!”, è l’incoraggiamento del Papa.

Al termine dell’evento tre mamme col pancione hanno regalato al Papa un albero, simbolo della vita che nasce e cresce.

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