HCV, scoperte oltre 10.000 infezioni attive. ACE prorogare e allargare fascia screening

Riportare il tema al centro dell’agenda politica: allargare gli screening alla popolazione più anziana


AgenPress. Ancora oggi, in Italia, troppi pazienti sommersi e affetti da Epatite C. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel mondo sono circa 80 milioni le persone colpite dal virus dell’epatite C (HCV), pari al 1.1% della popolazione globale, con un’ampia variabilità di distribuzione geografica. Nel nostro Paese si stima che circa 200.000 persone non siano consapevoli di essere portatrici di questa malattia cronica. Il mancato riconoscimento, e di conseguenza anche il mancato trattamento tempestivo, possono portare ad un’evoluzione degenerativa e fatale della patologia.

Dopo oltre dieci anni di attività, ACE – Alleanza Contro le Epatiti, la sigla che riunisce le due Società Scientifiche AISF (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato) e SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali) e l’Associazione pazienti EpaC ETS, torna a porre al centro del dibattito istituzionale il contrasto al virus dell’HCV, al fine di raggiungere l’obiettivo OMS di eliminazione dell’Epatite C, nel nostro Paese, entro il 2030.

L’evento, che si è tenuto ieri a Roma, presso l’Istituto Luigi Sturzo, alla presenza di istituzioni nazionali e regionali, è stato organizzato da PharmaLex – formerly MAPCOM, con il contributo non condizionato di Gilead.

In qualità di Ambassador ACE e come promotore  dell’Intergruppo Parlamentare Epatiti Virali e Malattie del Fegato, costituito lo scorso luglio, reputo quanto mai necessario che la politica si impegni a raggiungere l’obiettivo OMS di eliminare l’Epatite C, nel nostro Paese, entro il 2030” – ha commentato il Senatore Giovanni Berrino, 10° Commissione Affari Sociali, Sanità, Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale, Senato della Repubblica e Componente Intergruppo Parlamentare Epatiti Virali e Malattie del Fegato.Il problema delle infezioni da HCV in Italia è quanto mai attuale. Per questo motivo, insieme ai Senatori Ignazio Zullo (FdI), Raoul Russo (FdI), Salvatore Sallemi (FdI) ed altri, abbiamo depositato un disegno di legge finalizzato all’eradicazione del virus HCV. Uno degli aspetti fondamentali di questa iniziativa è il consolidamento di uno screening nazionale gratuito fino al 31 dicembre 2030”.

Nonostante i progressi compiuti in questi ultimi anni in Italia, l’eliminazione dell’Epatite C rimane una delle principali sfide per il nostro sistema salute. Va percorso l’ultimo miglio verso l’identificazione dei pazienti inconsapevoli della patologia che, una volta intercettati, possono essere presi in carico e trattati con le terapie di ultima generazione, per assicurarne la completa guarigione.

ha commentato Sabrina Valle, Dirigente Sanitario Medico, Ufficio 5 Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute – aggiungendo: “Si tratta di una iniziativa di sanità pubblica che indirizza l’Italia verso il raggiungimento dell’obiettivo OMS di eliminazione dell’epatite C, come minaccia per la salute mondiale entro il 2030”.

Nelle infezioni da HCV è particolarmente fondamentale una diagnosi precoce, per avviare i pazienti al trattamento ed evitare così le complicanze di una malattia epatica avanzata, in modo tale da ridurre anche i costi sanitari complessivi, migliorare la quality of life del paziente e interrompere la circolazione del virus, impedendo “a monte” nuove infezioni.

“Trattare la popolazione infetta e eliminare l’HCV entro il 2030 è l’obiettivo di ACE. Il nostro Paese ha messo a disposizione un fondo per lo screening gratuito che garantisce l’individuazione e il trattamento dei pazienti. Tutte le Istituzioni della salute dovrebbero sostenere questo percorso e supportare l’Alleanza nella sua battaglia. Eliminare il sommerso e bloccare l’evoluzione della malattia deve rientrare nelle agende politiche del Governo e della politica”. – ha dichiarato il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali)”.

Un passo cruciale in questa direzione è l’allargamento della fascia d’età della popolazione destinataria di questi, passando dall’attuale fascia di screening di persone nate tra il 1969 ed il 1989, per estenderlo ad una fascia di popolazione più anziana.

“Come Società Scientifica sosteniamo e sviluppiamo strategie efficaci per indirizzare i pazienti verso cure adeguate. La nostra comunità scientifica sta lavorando incessantemente per la promozione delle ricerche applicate al fegato, sottoponendo alle autorità studi e documenti volti al miglioramento dell’assistenza epatologica. – ha commentato Vincenza Calvaruso, Segretario Nazionale AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – Per l’Epatite C ci sono cure risolutive, dobbiamo intercettare pazienti da trattare e lo screening è la sola arma efficace.”

Lo screening non può arrestarsi, è necessario identificare e trattare i casi di epatite C, prevenendo così le complicazioni a lungo termine e contribuendo in modo definitivo alla sua eliminazione.

Grazie allo screening, sinora sono state scoperte oltre 10.000 infezioni attive, nonostante alcune Regioni non hanno ancora attivato lo screening sulla popolazione generale. Al fine di continuare l’attività di case finding e raggiungere verso l’obiettivo finale, sono fondamentali due azioni: da una parte l’ampliamento della fascia per lo screening, che permetterà la scoperta di ulteriori pazienti infetti ma inconsapevoli, e dell’altra la proroga di qualche anno al fine di permettere alle Regioni di continuare la campagna” – ha concluso Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpAC Onlus. “Il nostro impegno è garantire che sempre più persone possano ricevere il trattamento definitivo per l’Epatite C e guarire dalla malattia”.

 

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