Leonardo La Russa. Il papà della ragazza: “mia figlia è devastata”. Lesioni compatibili con una violenza sessuale

AgenPress – “Spero che chi deve indagare e giudicare  sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre. Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia. lei resterà segnata per tutta la vita. Non ho dubbi su quello che racconta. Da quella notte, mia figlia è devastata”.

Sono le parole della ragazza di 22 anni che che ha denunciato per violenza sessuale Leonardo Apache La Russa, ultimogenito del presidente del Senato Ignazio,  auspicando che nelle indagini non influisca il peso politico della seconda carica dello Stato.

Come riporta Repubblica “tre lesioni sono state accertate dalla Clinica Mangiagalli di Milano negli organi genitali della ragazza che nel pomeriggio del 19 maggio ha denunciato di essere stata violentata la notte precedente da Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Le lesioni “potrebbero essere compatibili con una violenza sessuale”, afferma una fonte che lavora all’inchiesta della Procura di Milano nella quale il figlio di La Russa è indagato per violenza sessuale: accusa che il giovane respinge sostenendo che non c’è stata alcuna violenza sessuale ma un rapporto consensuale.

I fatti che i pm dovranno accertare sono avvenuti nell’appartamento su due piani della famiglia La Russa nei pressi di corso Buenos Aires, zona semicentrale. Lì la ragazza, una 22enne milanese di famiglia benestante, è arrivata quella notte con il 19enne e con un amico del giovane dopo una serata in una discoteca dove era andata con un’amica. All’interno del locale aveva notato La Russa, che già conosceva perché è un “compagno di scuola di liceo” ha dichiarato nella querela che il suo legale, l’avvocato Stefano Benvenuto, ha depositato il 29 giugno, 42 giorni dopo lo stupro.
“Ci salutammo e da quel momento non ricordo più niente”, salvo aver bevuto due drink. Il racconto, che viene giudicato “credibile” dagli inquirenti, riprende dalla mattina successiva, quando, intorno alle 11.30 – 12, si risveglia in camera di Leonardo “in assoluto stato confusionale, nuda nel letto con a fianco” il ragazzo.
Riferisce che quando gli chiede cosa fosse successo, il terzogenito del presidente del Senato le risponde: “Siamo venuti qui dopo la discoteca con la mia macchina”. E il ragazzo le avrebbe aggiunto “che aveva avuto un rapporto con me sotto effetto di sostanze stupefacenti”, e che un suo amico, che stava dormendo in un’altra stanza, e che lei però non ha mai visto, aveva “avuto un rapporto con me a mia insaputa”. Sotto choc, impaurita e tremante, riferisce di aver chiesto di poter riavere i propri vestiti che si trovavano in un’ altra stanza. Nel mentre, il presidente del Senato “si affacciò alla camera vedendomi nel letto. Se ne andò via”.

L’esame ginecologico, come detto, quel pomeriggio ha accertato le tre lesioni. La questione è estremamente delicata perché la categoria della compatibilità è molto sdrucciolevole nei procedimenti giudiziari, e va intesa più che altro come una sorta di allerta su un punto che merita di essere approfondito dalle indagini. Peraltro non sarebbe neppure un tema risolutivo per l’esito dell’inchiesta, perché il reato di violenza sessuale può essere commesso anche senza costrizione ma per induzione, situazione nella quale c’è un soggetto attivo che, pur senza violenza, approfitta delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della vittima per ottenere un consenso fittizio al rapporto e dunque realizzare gli abusi sessuali. E siccome droga ed alcol possono certamente essere causa di inferiorità psichica o fisica, per la legge ci può essere violenza sessuale già solo se chi agisce, invece di fermarsi di fronte a questa menomazione anche temporanea della vittima (magari che si è causata da sola), la strumentalizza per il soddisfacimento degli impulsi sessuali su una persona che non è presente a sé stessa.

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