Santoro diffida Gualtieri e il Comune di Roma per ostruzionismo nella raccolta firme

AgenPress. Ventiquattro ore per sbloccare la situazione e rendere disponibili i moduli di raccolta nella capitale per la lista Pace Terra Dignità.
Atto di significazione e diffida a seguito della mancata risposta alla PEC del 18.3.u.s. e della mancata predisposizione della raccolta delle sottoscrizioni negli uffici comunali in vista delle elezioni europee

La presente in nome e per conto del Dott. Michele SANTORO nella sua qualità Presidente dell’Associazione Pace Terra Dignità promotrice della omonima lista elettorale, per riferire quanto segue.

Come noto con Decreto Legge 29 gennaio 2024 n. 7 si è proceduto a novellare l’art. 12 della Legge 24 Gennaio 1979, n. 18. Per effetto di tale novella si favoriscono nella competizione elettorale dei prossimi 8 e 9 giugno le formazioni politiche già presenti nelle Camere o nel Parlamento Europeo uscente, mentre risultano svantaggiate le nuove formazioni, il tutto in contrasto con gli artt. 3, 48 e 51 della Costituzione, nonché, a livello europeo unitario, dei principi fissati dalla stessa Corte di Giustizia in importanti pronunce (Cfr. sent. 23 aprile 1986 nella causa 294/83, Parti écologiste «Les Verts» vs. Parlamento Europeo).

Per effetto di detta norma si è alterato il regime di raccolta di firme per la presentazione delle liste (ai sensi dell’art. 12, comma 4, Legge n. 18/1979); ciò ha comportato una riduzione dei soggetti competitori, con conseguente minaccia anche per la libertà di voto. Alla luce del quadro su brevemente riferito, e per il quale ci si riserva di agire in separata sede, si riferisce che si sono verificate ulteriori illegittimità che rendono ancor più difficoltosa la raccolta delle sottoscrizioni delle firme in vista della presentazione delle liste.
Nello specifico, in data 18.3.2024, è stata inviata comunicazione ufficiale a ROMA CAPITALE e, successivamente, a tutti i Municipi, con la quale veniva richiesto di mettere a disposizione presso i competenti Uffici i moduli per la raccolta delle firme.
ROMA CAPITALE al riguardo si è resa inadempiente non riscontrando la PEC della nostra assistita e di fatto non adoperandosi in alcun modo per garantire la raccolta delle sottoscrizioni.

Si significa che in via informale è stato riferito che ROMA CAPITALE non intende adoperarsi per la raccolta delle firme presso i propri uffici. Detto contegno limita di fatto i diritti di elettorato attivo e passivo e, conseguentemente, contrasta con gli artt. 48 e 51 della Costituzione. L’ostacolo frapposto alla raccolta delle firme da parte di ROMA CAPITALE viola, altresì, il Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale della Commissione di Venezia, il quale statuisce che: “la procedura di verifica delle firme deve obbedire a delle regole chiare”.

Al riguardo si rileva che Roma è l’unica città che non ha messo a disposizione i propri uffici per la raccolta delle sottoscrizioni, rappresentando, tristemente, un unicum nel panorama italiano. La presente viene inoltrata anche al Prefetto di Roma affinché, nel suo ruolo di vigilanza sul funzionamento dei procedimenti
elettorali, adotti ogni provvedimento volto ad assicurare la legittimità della procedura di raccolta delle sottoscrizioni.

Tutto ciò premesso si INVITA e DIFFIDA ROMA CAPITALE in persona del Sindaco p.t. a garantire l’effettività della raccolta firme in vista dell’imminente competizione elettorale e, conseguentemente, predisporre nel temine di 24 ore dal ricevimento della presente tutti gli opportuni incombenti per garantire la raccolta delle sottoscrizioni presso gli uffici comunali.
In mancanza di ottemperanza rispetto a quanto richiesto ci vedremo costretti ad agire presso le Sedi opportune per la tutela degli interessi del nostro assistito.

Avv. Giuseppe Libutti – Avv. Michele Trotta.

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