Agenpress – Secondo uno studio di Demoskopika nel bimestre marzo-aprile del 2020, le casse degli enti locali hanno subito una perdita di oltre il 65% delle entrate derivanti dai principali tributi locali: oltre 1,6 miliardi in meno rispetto agli stessi mesi del 2019.
Ben 684 milioni di mancati incassi tributari, pari al 41,7% dell’ammontare complessivo rilevato, riguardano l’imposta municipale propria (IMU). A seguire la tassa sui rifiuti (TARI) che ha generato un minor gettito per le casse comunali pari a oltre 429 milioni di euro (26,2%) e l’addizionale Irpef con minori introiti per 328 milioni di euro (20,1%). E, ancora, una contrazione delle entrate tributarie è stata registrata con la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (- 92 milioni di euro), con l’imposta comunale sulla pubblicità (- 63 milioni di euro), con l’imposta di soggiorno (- 37 milioni di euro) e, infine, con il tributo per i servizi indivisibili (- 5 milioni di euro).
In particolare, sul podio delle casse più “prosciugate” si posizionano i Comuni di tre realtà regionali: Toscana, Emilia-Romagna e Puglia. In particolare, in Toscana, i Comuni registrano una flessione degli incassi pari mediamente a 536 mila euro per ente locale (-74,3%) quantificabile in oltre 146 milioni di euro immediatamente seguito dall’Emilia-Romagna, i cui Comuni hanno registrato mancati incassi per 421 mila euro (-70,2%) pari a 138 milioni di euro in valore assoluto. In Puglia le mancate risorse finanziarie ammontano mediamente a 375 mila euro per Comune (-62,6%) pari a 96 milioni di euro in valore assoluto.