Agenpress – “Ognuno avrà la sua opinione su Mario Draghi e sulla crisi politica italiana. Ma oltre alle opinioni esistono i fatti. Elenchiamoli. La lenta costruzione di un governo caro alle élite nasce nell’estate del 2019 quando Renzi aprì al Movimento 5 Stelle solo per prendere tempo. Incassò un paio di ministri e subito dopo creò IV, preoccupandosi, ovviamente, di lasciare svariati “pali” renziani all’interno del PD. Se non ci fosse stata la pandemia la demolizione del Conte II sarebbe avvenuta mesi fa. Questa fu la ragione per la quale mi opposi ad un governo con il PD. Semplicemente non mi fidavo di Renzi e, soprattutto dei suoi ventriloqui. La Storia parla da sé”.
Lo scrive in un articolo su Tpi.it Alessandro Di Battista. “Quel che penso è che il governo Draghi lo debbano votare, semmai i rappresentanti dell’establishment. Lo voti la Meloni che ha già detto sì, in passato, a governi tecnici e a leggi Fornero. Lo voti mezzo Pd che ha lavorato incessantemente per buttare giù Conte. Lo voti Salvini, ennesimo pezzo di arredamento del “sistema” mascherato. Lo voti Renzi, mero esecutore di ordini altrui. Lo voti FI”.
“Ostacolare l’approdo di Draghi a Palazzo Chigi nulla ha a che vedere con la lotta tra europeismo ed anti-europeismo, ha a che fare con la contesa tra Politica e finanza”.
“Ognuno avrà la sua opinione su Mario Draghi e sulla crisi politica italiana. Ma oltre alle opinioni esistono i fatti. Elenchiamoli. La lenta costruzione di un governo caro alle élite nasce nell’estate del 2019 quando Renzi aprì al Movimento 5 Stelle solo per prendere tempo. Incassò un paio di ministri e subito dopo creò Iv, preoccupandosi, ovviamente, di lasciare svariati “pali” renziani all’interno del PD. Se non ci fosse stata la pandemia la demolizione del Conte II sarebbe avvenuta mesi fa. Questa fu la ragione per la quale mi opposi ad un governo con il PD. Semplicemente non mi fidavo di Renzi e, soprattutto dei suoi ventriloqui.
Un banchiere. Competente, ma pur sempre un banchiere. Ognuno avrà la sua opinione su Mario Draghi. La mia è molto negativa. Di lui si dicono le stesse cose che dissero di Monti quando venne incaricato da Napolitano. Credibile, preparato, inserito negli ambienti giusti. Di lui si dice che abbia “salvato l’Italia”. Sciocchezze. Ha salvato l’euro-zona.
“The ECB is ready to do whatever it takes to preserve te euro”. Sono parole sue. Quel whatever it takes si riferisce, ovviamente, alla conservazione dell’euro-zona in un momento in cui, senza il Quantitative Easing, BREXIT sarebbe stata la prima di una lunga serie di abbandoni. Nel corso degli anni ho cambiato opinione sull’UE. Sia chiaro, non sulle sue storture, sulle ingiustizie perpetrate, o sui conflitti di interesse che si celano all’interno dei palazzi di Bruxelles”.