AgenPress – “Rischiamo una crisi irreversibile e 1 milione di posti di lavoro temo che andranno persi. Bisogna intervenire subito. C’è qualche segnale di risveglio, ma se guardiamo al tendenziale siamo a un meno 10 per cento sull’anno scorso. E in ogni caso quel lieve segnale positivo di cui stiamo parlando è concentrato solo sulla manifattura”.
Lo dice il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in una intervista alla Stampa. “Un milione di posti di lavoro bruciati resta un numero purtroppo molto credibile. E ora vedo che anche Banca d’Italia e Istat si stanno avvicinando alla nostra previsione. Il governo non ha una visione sul “dopo”, la riorganizzazione delle filiere del valore non c’è stata, il mercato è pietrificato. Il rischio di un’emorragia è serio. È proprio la fiducia che manca, e la prova è nel boom dei depositi bancari: la gente non si fida, per questo non muove i soldi dal conto corrente. Se vuoi lanciare un’operazione fiducia lo devi fare con chiarezza e trasparenza. Qui mancano sia l’una sia l’altra”.
“Mi aspettavo un agosto completamente diverso. Faccio solo qualche esempio. Primo, il governo ha varato le misure anti-crisi, ma mancano oltre 400 decreti attuativi: tutto fermo. Secondo, ci avevano detto che ad agosto avrebbero lavorato alla stesura del piano di riforme da presentare alla Ue per ottenere i contributi del Recovery Fund: tutto fermo. Terzo – prosegue Bonomi – si profila di nuovo un’emergenza sanitaria e anche su quel fronte ci avevano detto che avrebbero presentato progetti per attivare i prestiti del Mes: tutto fermo. Quarto: il 14 settembre dovrebbero ricominciare le scuole, ma ancora non si è capito se e come riapriranno: tutto fermo.
Da settimane siamo inchiodati a discutere sui banchi a rotelle, non riusciamo neanche a sapere quali sono le 11 imprese che li starebbero fabbricando, siamo al paradosso che c’è una sorta di segreto di stato su una gara pubblica”.
Nel decreto di agosto “c’è un timido segnale, ma non è quello che serve al Paese. Capisco Gualtieri che predica ottimismo, ma non è così che si raggiunge l’obiettivo”, sottolinea Bonomi. I 100 miliardi “sono quasi tutti bonus a pioggia”.