Non è ammissibile che si faccia credere che il progetto Italia Veloce sia in dirittura d’arrivo quando siamo davanti a poco più di una proposta programmatica. Le chiacchiere della ministra in assenza di decisioni assumono il sapore della provocazione. Arriva a dichiarare che il 40% del Recovery Fund andrà al Sud e supererà la clausola del 34%. Si può almeno evitare di offendere il Mezzogiorno? Senza l’investimento sul Ponte sullo Stretto, che si fa finta di ri-studiare, la quota percentuale delle grandi opere possibili al Sud non supera il 19%
AgenPress. Vogliamo mantenere subito l’impegno. Vi abbiamo promesso ieri una disamina approfondita delle parole al vento della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, perché minano la credibilità del governo e, ancora di più, perché rivelano il vizio incallito di continuare a prendere in giro le popolazioni meridionali.
Siamo francamente allibiti dalla facilità con cui si annunciano opere miliardarie roboanti a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno senza che ci sia in cassa un euro, confondendo studi di fattibilità con opere cantierabili e ripetendo le furbizie di una politica predona del Nord che continua a fare i suoi soliti giochetti estrattivi dal bilancio pubblico italiano per togliere opere ai poveri e regalare assistenza ai ricchi in un mondo completamente cambiato. Se si riaprono i grandi cantieri al Nord e si rifilano al Sud poche briciole non si fa quello che vuole l’Europa e si condanna l’Italia intera alla marginalità.
Avere azzerato negli ultimi venti anni la spesa per infrastrutture nelle regioni meridionali, oltre a essere una vergogna, è la principale ragione della caduta competitiva dell’intero Paese.
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