Mosca. Kirill accusa i “nemici” di voler dividere cristiani e musulmani. Migranti rispettino la nostra cultura

AgenPress –  Il Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha accusato “i nemici” della Russia di avere cercato di fomentare divisioni religiose tra cristiani e musulmani con l’attacco al Crocus City Hall, ma ha affermato che questo piano fallirà grazie alla “unità morale degli ortodossi cristiani e dei musulmani”.

I quattro arrestati accusati di essere esecutori materiali della strage provengono dal Tagikistan, Paese musulmano, e nei giorni scorsi il presidente Vladimir Putin ha detto che l’attentato è opera di “estremisti islamici”, aggiungendo però che devono essere scoperti “i mandanti”.

Gli avversari della Russia, ha detto Kirill, citato da Ria Novosti, “hanno cercato di trarre vantaggio dai problemi interni con la situazione della migrazione per aggravare le relazioni interetniche nel nostro Paese, anche con l’aiuto del fattore radicale islamico”. “Si è cercato – ha proseguito il patriarca – di mettere l’una contro l’altra due religioni tradizionali, di dividere il popolo secondo principi religiosi, e ovviamente non possiamo permettere niente nel genere in Russia”. L’unità di cristiani e musulmani nel Paese è come uno scoglio “contro cui si infrangono gli sforzi dei nostri nemici per distruggere la Russia”.

I migranti che si stabiliscono in Russia devono conoscere la lingua e rispettare le tradizioni del Paese.  Secondo il patriarca, è sbagliato considerare l’immigrazione come una minaccia. “La minaccia sta nel rifiuto di alcuni migranti di rispettare la cultura del Paese in cui sono venuti a lavorare”.

Kirill si è riferito in particolare alla massiccia immigrazione di lavoratori da diverse ex repubbliche sovietiche. “Attorno a noi – ha detto, intervenendo a una conferenza – vivono popoli fratelli, con i quali abbiamo sempre cercato di costruire relazioni di buon vicinato, comprendendo la difficile situazione economica in diversi Paesi dell’ex Unione Sovietica. Allo stesso tempo, abbiamo il diritto di chiedere il rispetto delle nostre fondamenta culturali da parte di coloro che vengono in Russia da quei Paesi”.

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